La sicurezza dei covered bond in tempo di crisi

I salvataggi che hanno riguardato i governi e gli istituti di credito europei hanno lasciato intatto solamente un tipo di debito bancario, i covered bond (vedi anche Commerzbank propone un covered bond atipico). Per chi non lo sapesse, si tratta di uno strumento finanziario che affonda le sue origini addirittura nel XVIII secolo, più precisamente in quella che allora si chiamava Prussia. Si tratta di un prodotto molto popolare nel Vecchio Continente, dalla Norvegia alla Spagna, ma gli stessi pregi che ora vengono conosciuti, stabilità, sicurezza e calma piatta, erano fino a pochi anni fa considerati dei difetti.

Non è mai stato registrato nessun default di qualsiasi covered bond emesso, dunque gli investitori non possono che premiarli in questo momento per la loro affidabilità. In effetti, l’aggettivo “covered” sta a indicare che esiste una copertura di prestiti ipotecari, oltre a regole molto rigide per evitare molti rischi. Tra l’altro, ci si può fidare di tali strumenti anche per il fatto che a nessun detentore è stato mai richiesto di partecipare alle perdite finanziarie eventuali. Perché allora a Cipro non sono stati pervenuti? Nella piccola isola del Mediterraneo finita di recente nei guai i covered bond non sono mai stati venduti, diversamente da quanto avvenuto con altri collaterali o titoli obbligazionari.

Secondo gli esperti, se si fosse provveduto a mettere queste obbligazioni anche a Cipro, vi sarebbe stata la possibilità di avere riserve finanziarie molto utili per contrastare il tracollo. Che piacciano o meno, gli stessi investitori attendono di ottenere indietro tutto il denaro investito nei covered bond, visto che li ritengono delle cessioni sicure di debito, lanciate sul mercato da enti e istituzioni in salute. In teoria, le banche potrebbero cominciare a emettere i bond in questione, associandoli a rendimenti giusti e non eccessivi per evitare i rischi collegati, in modo da poter usufruire immediatamente di una domanda piuttosto robusta.

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