Banco Popolare colloca bond per 1,25 miliardi con spread a 310

Dopo il tentativo poco fortunato di ottobre scorso, Banco Popolare è tornato sul mercato dei capitali attraverso un’emissione obbligazionaria accuratamente preparata nelle ultime settimane con scambi di contatti frequenti con investitori istituzionali di grande caratura internazionale. Alla fine Banco Popolare ha emesso un bond con scadenza triennale per complessivi 1,25 miliardi di euro. L’importo emesso è stato finora visto solo con le emissioni di grandi istituti di credito. Il successo del collocamento ha quasi oscurato l’emissione della spagnola Santander, che ha allocato 2 miliardi di covered bond.

La finestra favorevole aperta sui mercati finanziari da alcune settimane sta ingolosendo numerosi istituti di credito, in particolare quelli della periferia europea. L’elevata liquidità presente sui mercati e il continuo restringimento degli spread sovrani sta favorendo molto le banche italiane. Qualche istituto bancario ha addirittura già concluso il suo pre-funding dell’anno. Il bond emesso dal Banco Popolare ha scadenza gennaio 2016. E’ a tasso fisso con la cedola fissata al 3,75%.

COVERED BOND UNICREDIT A 7 ANNI

Lo spread si è attestato a 310 punti base sopra il tasso midswap, in calo dalla guidance di 340 centesimi ipotizzata all’inizio del collocamento. Lo spread è diminuito sensibilmente grazie alla forte richiesta giunta da ben 350 investitori, attratti dal ritorno sul mercato dei capitali dell’istituto bancario che ormai mancava all’appello da marzo 2011. La domanda per i bond del Banco Popolare ha raggiunto i 4,5 miliardi di euro. E’ stato un vero e proprio boom, se si considera che si tratta pur sempre di una banca di secondo livello. Un risultato così rilevante non si riscontrava ormai da marzo 2010.

A occuparsi dell’emissione sono stati Goldman Sachs, Natixis, Citigroup, Banca Aletti, Banca Imi e Bank of America Merrill Lynch in qualità di bookrunner. Le richieste maggiori per il bond giunte dall’estero sono arrivate dal Regno Unito (20%), poi Francia (16%), Germania e Austria (7%). Gli investitori italiani hanno sottoscritto il 35% dell’emissione. La partecipazione maggiore è arrivata da asset manager, assicurazioni e private banking (76%).

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