Investire in bond della Nuova Zelanda nel 2013

Le nuove tensioni nell’area euro, le incertezze politiche in Italia, un’economia americana ancora in crescita a ritmi blandi e le incognite legate allo sviluppo delle borse spingono i risparmiatori a valutare strade alternative per i loro investimenti. Sul mercato obbligazionario della Nuova Zelanda sembrano esserci interessanti opportunità. Considerata un porto sicuro, soprattutto nelle fasi di turbolenza dei mercati, la Nuova Zelanda è uno dei pochi paesi a crescere e ad avere un’ottima reputazione per trasparenza delle procedura a difesa dei risparmiatori.

A marzo 2013 Welligton poteva vantare una crescita del pil del 2,3%, con una proiezione del 2,9% a marzo 2014. Il tasso di disoccupazione è al 6,9%, ma dovrebbe diminuire al 6,2% nel giro di dodici mesi (opportunità di lavoro in Nuova Zelanda 2013). L’inflazione è nettamente sotto controllo all’1,2%. Il governo ha promesso di raggiungere il punto di pareggio del bilancio nell’anno 2013-2014. Tuttavia, dopo il terremoto di Christchurch sui conti pubblici, Fitch e Standard & Poor’s hanno tagliato il rating del paese ad “AA”.

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Ad ogni modo la Nuova Zelanda resta al primo posto nella classifica delle nazioni che offrono la migliore tutela ai risparmiatori (“Doing Report” del 2011 della World Bank). Molti investitori esteri hanno iniziato a comprare con continuità i bond neozelandesi, tanto che a giugno 2012 emerge che il 62% dei bond governativi della Nuova Zelanda risulta in mano a investitori stranieri (in particolare cinesi). Il paese ha un mercato obbligazionario molto avanzato per titoli di stato e corporate bond. Oggi il mercato Nzdx ha un valore dei bond trattati pari a 14 miliardi di dollari neozelandesi.

Rispetto ai bond pubblici, i titoli emessi da aziende private offrono rendimenti molto allettanti con cedole che arrivano anche al 6-7%. Tuttavia, investire in bond neozelandesi espone gli investitori al rischio di cambio. Oggi il dollaro neozelandese (NZD) è molto forte su euro e dollaro americano, perché considerato come valuta rifugio. Un eventuale indebolimento del dollaro neozelandese deve essere valutato, visto che ridurrebbe il guadagno per l’investitore europeo. Inoltre, i tassi di interessi sono fermi al 2,5% da ben 16 riunioni consecutive della Banca Centrale neozelandese, ma ci sono ancora margini per un ulteriore calo.

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