Norvegia: il fondo sovrano riduce le holding relative all’eurozona

Il fondo petrolifero sovrano della Norvegia ha provveduto a vendere tutte le proprie holding relative al debito governativo di Irlanda e Portogallo; in questa maniera, si sta cercando di ridurre al massimo i rischi relativi alla crisi dell’eurozona, tanto che questo stesso ente ha anche ridimensionato le proprie partecipazioni ai titoli di Stato di Italia e Spagna. Si tratta in pratica di una vera e propria protesta contro il contributo che deve essere offerto per la ristrutturazione del debito della Grecia. Il fondo scandinavo in questione, il quale detiene oltre seicento miliardi di dollari in assets finanziari sotto gestione e una quota del 2% per quel che riguarda tutti i titoli azionari del continente europeo, ha fatto sapere che i problemi vissuti dall’area dell’euro sono ancora molto complicati, tanto che il debito ellenico è addirittura peggiorato.

L’IRRESISTIBILE FASCINO DELLE OBBLIGAZIONI NORVEGESI
Secondo Yngve Slyngstad, a capo del segmento per la gestione degli investimenti di Norges Bank, le previsioni finanziarie sono di estrema importanza in un momento delicato come quello attuale, quindi l’investitore che decide di puntare sul lungo termine deve essere consapevole del fatto che le sfide monetarie e strutturali non sono certo uno scherzo. Tra l’altro, il fondo petrolifero norvegese detiene circa il 40% dei propri assets in titoli obbligazionari, tanto da aver obiettato sin da subito in merito alla ristrutturazione dei debiti di Atene.

PERICOLO SPAGNA FRENA LE BORSE

Il primo motivo per una scelta così radicale consiste nel disaccordo con i metodi utilizzati dalla Banca Centrale Europea e dalla Banca Europea per gli Investimenti per gestire le entità economiche. Inoltre, vi sono delle clausole che hanno fatto perdere al fondo stesso circa il 53,5% del valore facciale, nonostante un voto palesemente contrario all’intervento. Per il futuro questo organo intende potenziare invece le proprie holding nei mercati emergenti, il cui debito viene considerato più appetibile (Brasile, Messico e India sono le tre ipotesi più affascinanti).

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