Investire in oro per difendersi dalle turbolenze dei mercati?

Il riacutizzarsi delle tensioni nell’area euro, nonostante il salvataggio di Cipro approvato dall’Eurogruppo domenica notte, ma anche l’instabilità politica in Italia e le eccessive spinte recessive in atto in Europa stanno spingendo gli investitori a riprendere in considerazione l’investimento in oro, sebbene da inizio anno l’andamento del metallo giallo è stato negativo. Con i listini azionari che iniziano a balbettare sui massimi storici (Wall Street) o pluriennali (Tokyo, Francoforte, Londra), potrebbe ben presto tornare di moda l’investimento in metalli preziosi, in particolare quello sull’oro.

Zinco ancora in calo presso il London Metal Exchange

Lo zinco è stato protagonista del suo terzo giorno consecutivo di ribasso presso il London Metal Exchange: si tratta comunque del primo declino settimanale, conseguenza inevitabile delle difficoltà che continuano a vivere le economie dell’eurozona a causa della crisi del debito. Decisivo, inoltre, è stato il calo a dicembre della produzione industriale spagnola, dato che il paese iberico rappresenta la quarta più grande economia della regione (è il sedicesimo mese di fila che questo declino sta proseguendo). Non è un caso che si stia parlando del Vecchio Continente: l’Europa, infatti, può vantare il 18% della domanda complessiva di zinco (si tratta di dati calcolati da Barclays).

I risultati dell’ultimo rapporto Eiopa

L’Eiopa (European Insurance and Occupational Pensions Authority), una delle tre entità di supervisione che sono attive in ambito europeo per quel che concerne il comparto assicurativo e previdenziale, ha pubblicato il suo ultimo Financial Stability Report: ebbene, il documento in questione, il quale ha preso in esame il primo semestre di quest’anno, ha certificato alcune tendenze che già si conoscevano e altre che meritano di essere approfondite. In particolare, è emerso come la maggior parte dei gruppi assicurativi sia rimasto e rimarrà piuttosto capitalizzato nel corso del 2012, nonostante le gravi perdite subite nel 2011. Vi sono ovviamente dei fattori che sono maggiormente influenti rispetto ad altri, dei rischi che sono esemplificati dal contesto economico e dai tassi di interesse ambientali.

La Polonia torna a emettere degli eurobond

La Polonia ha concretizzato la prima cessione pubblica di eurobond degli ultimi cinque mesi: si tratta di una emissione che prevede un importo pari a 1,5 miliardi di euro, con la scadenza fissato all’inizio del 2023 e un rendimento che è 195 punti base superiore al tasso mid-swap. Tale spread rappresenta inoltre il valore più basso per quel che concerne una vendita simile da parte del governo di Varsavia, più precisamente in relazione a quanto avvenuto nell’ultimo anno; nel frattempo, il ritorno economico relativo agli altri eurobond già attivi e previsti in scadenza nel 2022 è calato di quattro punti base, attestandosi a quota 3,69 punti percentuali.

Norvegia: il fondo sovrano riduce le holding relative all’eurozona

Il fondo petrolifero sovrano della Norvegia ha provveduto a vendere tutte le proprie holding relative al debito governativo di Irlanda e Portogallo; in questa maniera, si sta cercando di ridurre al massimo i rischi relativi alla crisi dell’eurozona, tanto che questo stesso ente ha anche ridimensionato le proprie partecipazioni ai titoli di Stato di Italia e Spagna. Si tratta in pratica di una vera e propria protesta contro il contributo che deve essere offerto per la ristrutturazione del debito della Grecia. Il fondo scandinavo in questione, il quale detiene oltre seicento miliardi di dollari in assets finanziari sotto gestione e una quota del 2% per quel che riguarda tutti i titoli azionari del continente europeo, ha fatto sapere che i problemi vissuti dall’area dell’euro sono ancora molto complicati, tanto che il debito ellenico è addirittura peggiorato.