Migliori fondi per investire in Cina

La Cina è il mercato con il maggiore tasso di crescita a livello globale degli ultimi dieci anni. Il paese del Dragone ha conquistato velocemente posizioni tra le principale economie mondiali, diventando la seconda potenza economica dietro agli Stati Uniti. Chi ha puntato negli ultimi anni sulla crescita della Cina ha ottenuto ottimi risultati, che secondo la maggior parte dei gestori di fondi di investimento che investono in quest’area sono replicabili nei prossimi anni. La Cina è diventata una sorta di porto sicuro, mentre i paesi occidentali sono in recessione o arrancano.

Da settembre 2008, ovvero poco prima del crack di Lehman Brothers, la borsa di Shanghai è salita del 23% (valore calcolato in euro). Da inizio 2013 l’indice Shanghai Composite è in leggero guadagno, ma ha un ritmo di crescita più lento rispetto a Wall Street, Francoforte, Londra e Tokyo. Tuttavia, anche in questo scenario, negli ultimi dodici mesi molti fondi di investimento specializzati nell’investimento sulle borse cinesi hanno realizzato performance in doppia cifra.

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Il Vitruvius Greater China Equity ha guadagnato più del 31% negli ultimi dodici mesi e presenta una performance che sfiora il 30% negli ultimi tre anni. Il JKC Fund LFP JKC China Value guadagna il 27,5% a 12 mesi, il Nextam Partners Citic Securities China il 24,8% circa, mentre l’Ubs (Lux) Equity Fund – China Opportunity il 19% (risultati riferiti a venerdì 8 marzo 2013). La Cina, insomma, sembra non conoscere crisi, anche se qualche analista ha lanciato l’allarme per una possibile bolla nel settore immobiliare e del credito. Secondo il Fmi, nel 2013 il pil cinese crescerà dell’8,2%.

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La Cina ha intenzione di dare un nuovo equilibrio alla propria economia, favorendo la domanda domestica per controbilanciare la riduzione del peso dell’export e degli investimenti strutturali che hanno sostenuto la straordinaria ascesa cinese negli ultimi anni. Pioneer Investments consiglia prudenza: meglio investire solo il 3% del proprio portfolio sull’azionario cinese e con copertura del rischio di cambio. Secondo Carmignac Gestion, invece, si può arrivare tranquillamente al 10% del portafoglio con esposizione sulle borse di Shanghai e Hong Kong.

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