Malesia e Filippine: le previsioni sui principali bond asiatici

Ci sono molti eventi e rapporti economici che potrebbero influenzare a breve l’andamento dei bond e delle valute asiatiche. I rendimenti obbligazionari del continente, infatti, stanno subendo dei mutamenti piuttosto chiari, ma occorre comunque esaminare caso per caso. A quali nazioni bisogna fare riferimento? Anzitutto, c’è il Giappone: il sisma non può certo essere considerato un brutto ricordo, ma il ritorno economico del principale titolo governativo, vale a dire quello in scadenza a marzo del 2021, è sceso dall’1,3 all’1,28%, secondo quanto rilevato da Japan Bond Trading Corporation, il maggiore broker del paese per quel che concerne questo strumento finanziario. Intanto, lo yen è stato scambiato a quota 84,20 per ottenere un dollaro. Anche la Malesia merita un importante approfondimento; Bank Negara è già pronta a vendere tre miliardi di ringgit (992 milioni di dollari) dei prodotti a 210 giorni, mentre quelli in scadenza dopo tre mesi, classico esempio di finanza islamica, sono stati ceduti per due miliardi di rinngit.


Inoltre, le obbligazioni decennali di Kuala Lumpur vantano attualmente una percentuale finanziaria leggermente inferiore rispetto alla quotazione iniziale (si è passati dal 4,16 al 4,11%), con lo stesso ringgit che si è attestato su una quotazione di 3,0255 unità per ottenere un dollaro. Lo stesso discorso vale anche per la Corea del Sud, visto che Bank of Korea sarà con tutta probabilità impegnata nella gestione di forti quantità di riserve valutarie straniere: il governo di Seul, poi, provvederà a emettere 2,9 trilioni di won in bond a 91 giorni e a tre anni.

Infine, un ultimo accenno lo meritano Singapore e le Filippine: la piccola città-stato dovrà fronteggiare dei rendimenti pari al 3,25% per quel che concerne gli strumenti in scadenza a settembre del 2020, anche se non sono esclusi dei ribassi in questo senso, mentre nelle isole asiatiche si sta progettando una vendita obbligazionaria di un ammontare complessivo pari a 5,5 miliardi di pesos (circa 127 milioni di dollari).

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