Kenya, primo calo annuale per i rendimenti semestrali

I rendimenti dei bond kenioti a sei mesi sono calati per la prima volta in questo 2011, con la domanda degli investitori che è stata quattro volte superiore all’ammontare dell’offerta: nel dettaglio, tale ritorno economico è sceso fino al 9,91%, così come annunciato anche dalla banca centrale del Kenya. L’ultimo declino così consistente era stato registrato lo scorso 10 dicembre, con lo stesso istituto che ha provveduto a offrire debito per 2,5 miliardi di scellini (28 milioni di dollari). I fattori macroeconomici stanno dominando in lungo e in largo a Nairobi e dintorni; in particolare, il tasso di inflazione del paese, la maggiore economia dell’Africa orientale, è attualmente pari al 13%, il livello più alto degli ultimi venticinque mesi. I prezzi al consumo dovrebbero continuare ad avanzare alla stessa maniera anche nel corso del prossimo semestre, a causa del clima fin troppo secco che sta rovinando pericolosamente la produzione agricola, grande risorsa nazionale.


Intanto, però, le performance dei titoli a tre mesi e a un anno sono andate decisamente meglio. Il governo intende pianificare un prestito da 119 miliardi di scellini, una operazione che andrà a riguardare da vicino il mercato domestico e che verrò completata entro il mese di giugno del 2012, secondo quanto rivelato dal ministro delle Finanze, Uhuru Kenyatta. Sul fronte valutario non si può essere comunque allegri, visto che lo scellino keniota, terza peggior moneta a livello internazionale per quel che riguarda le quotazioni, è stato finora protagonista di un declino pari a undici punti percentuali.

L’intento della banca centrale, in fatto di politica monetaria, è quello di aumentare il tasso di interesse di riferimento di un quarto di punto percentuale, fino ad arrivare al 6,25%: la riserva di denaro cash verrà invece stabilizzata al 4,75%. L’atteggiamento è dunque piuttosto aggressivo, ma si tratta della scelta che viene ritenuta più giusta per contrastare il pressante fenomeno inflativo e l’indebolimento valutario.

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