Investire nel vino 2013

Conviene investire nel vino nel 2013? La risposta sembrerebbe essere positiva. Non solo: oltre al 2013, conviene impiegare sforzi e denaro nella preziosa bevanda anche nel 2014 e nel 2015. E, forse, anche nel 2016. Il consumo mondiale di vino dovrebbe infatti crescere di almeno un punto percentuale ogni anno, a dispetto della crisi dei consumi che – evidentemente – non riesce a intaccare Bacco.

A sostenere le stime di cui sopra è stata una recente analisi condotta dalla società The International Wine and Spirit Research (ricerca internazionale sui vini e sugli spiriti), secondo cui alla fine del 2016 si supereranno i 34 miliardi di bottiglie vendute (vedi anche Come investire nel 2013 secondo Dexia Am).

Ad ogni modo, almeno per quanto concerne il vino, non tutto il mondo è Paese. Pertanto, a fronte di macro aree in grado di garantire adeguato dinamismo alle vendite del prodotto, corrisponderanno zone che gli esportatori di vino farebbero bene a evitare o, per lo meno, a considerare congruamente secondarie.

Ciò che sembra certo è che il mercato principale sarà anche quello statunitense, con un incremento delle vendite di almeno 2,4 punti percentuali. Un mercato contraddistinto da importanti volumi complessivi, ma da una media di bevute più limitate: un cittadino americano beve in media 12 litri di vino l’anno contro i 25 litri di un inglese e i 53 di un francese (con i transalpini che occupano il primo posto al mondo in questa speciale classifica).

Proprio dalla Francia giungono novità deludenti: a Parigi e dintorni i consumi di vino sono calati del 7 per cento tra il 2007 (anno di inizio della crisi) e il 2011, e dovrebbero scendere di circa 3 punti percentuali entro il 2017 (vedi anche Dove investire nel 2013 – Swiss & Global A.M. (MF)).

Meglio allora rivolgersi ai mercati emergenti, con la Cina già quinto consumatore globale, la Russia e l’Australia.

Per quanto infine riguarda le tipologie, le vendite del 2013 dovrebbero premiare il vino rosso.

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