Gomma: contratti futures ai minimi da più di quattro mesi

I contratti futures che osservano da vicino le performance della gomma come commodity hanno subito uno degli effetti più negativi del terremoto che ha sconvolto il Giappone: questi strumenti, infatti, sono giunti al loro livello più basso degli ultimi quattro mesi, dopo che il sisma nipponico ha causato un vero e proprio shock dal lato dell’offerta, costringendo gli impianti automobilistici a interrompere la produzione e accrescendo, al contempo, la domanda. Volendo essere più precisi, c’è da precisare che le spedizioni relative al mese di agosto, il contratto solitamente più attivo del mercato, ha perso più di tredici punti percentuali, il calo maggiore da aprile 2010, attestandosi a quota 335 yen per ogni chilogrammo nel corso delle contrattazioni dell’after-hours presso il Tokyo Commodity Exchange. Tra l’altro, questa stessa piazza finanziaria ha provveduto a espandere il limite di scambio proprio per la gomma per la seconda volta consecutiva.


L’impatto sulla commodity dipende essenzialmente dalle decisioni delle principali compagnie attive nel settore automobilistico: colossi come Honda e Nissan hanno bloccato le manifatture e lo stesso discorso vale anche per Sony e Sapporo Holdings, marchio nipponico attivo nella produzione di birra. Inoltre, Bridgestone, il nome più noto a livello internazionale per quel che concerne i pneumatici delle vetture, ha momentaneamente sospeso le attività dei propri stabilimenti nelle regioni giapponesi, un’altra ragione che ha di fatto ampliato il declino dei futures in questione.

Non bisogna nemmeno dimenticare che la nazione asiatica rappresenta il quarto paese al mondo per i consumi di gomma, tanto che da sola riesce a raggiungere il 7% della domanda globale. Neanche la Borsa di Shanghai ha riservato qualche soddisfazione in tal senso; in effetti, gli strumenti che osservano da vicino le spedizioni del mese di maggio hanno perso il 6% presso la piazza cinese, attestandosi a quota 33,48 yuan per ogni tonnellata di commodity, mentre si aspetta qualche spunto più ottimistico dalle prossime decisioni del governo thailandese.

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