Futures sulla gomma in calo a Tokyo

La gomma ha subito un declino piuttosto evidente nel corso delle sue ultime contrattazioni, vanificando il proprio guadagno settimanale: questa inversione di tendenza può essere facilmente spiegata con l’inattesa caduta relativa alla produzione americana, la conseguenza diretta dell’importante ripresa dell’economia a stelle e strisce. Nello specifico, il contratto future relativo alle spedizioni di luglio è stato quotato a 316,4 yen il chilogrammo (4,105 dollari la tonnellata) presso il Tokyo Commodity Exchange. Si tratta dello strumento finanziario più attivo in questo senso, il quale ha fatto registrare un incremento di 0,6 punti percentuali nel corso di questa settimana e del 20% dall’inizio dell’anno.

In pratica, ha avuto una influenza decisiva su questi risultati anche il report statunitense relativo alle vendite di nuove abitazioni, documento che ha messo in mostra il calo del mese di dicembre, il primo degli ultimi quattro mesi per la precisione. In aggiunta, bisogna precisare che il dollaro ha perso terreno nei confronti dello yen, ridimensionando l’appeal di quei contratti futures che sono denominati nella valuta nipponica, come appunto quelli sulla gomma. Tra l’altro, i prodotti in questione sono stati venduti in una condizione piuttosto precisa, vale a dire la speculazione sugli acquistati esercitata dalla Cina, maggior consumatore al mondo della commodity; le operazioni dell’ex Impero Celeste hanno subito un rallentamento vistoso nel corso del 2011.

Gli stessi futures sono stati oggetto anche della speculazione esercitata dalla Cina in merito agli acquisti, visto che l’ex Impero Celeste è il maggior consumatore al mondo di gomma; le misure di stimolo del governo di Pechino sono giunte alla loro conclusione e questo è stato un fattore senz’altro determinante. I prezzi della commodity dovrebbero comunque tornare verso l’alto la prossima settimana, una certezza che si può ricavare dal fatto che alcune aree settentrionali della Thailandia dovranno affrontare i primi rigori dell’inverno: la tariffa della nazione asiatica è ora ferma a quota 128 bath il chilogrammo.

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