Contratti futures: gomma in forte calo a Tokyo

La gomma ha vissuto un’ultima giornata di contrattazioni davvero negativa: i futures relativi alla commodity sono infatti calati in maniera consistente dopo essere aumentati fino a uno dei loro livelli massimi. La spiegazione per un andamento così altalenante è semplice, visto che tali strumenti finanziari sono stati influenzati dal rafforzamento dello yen, il quale ha ridotto sensibilmente l’appeal dei contratti denominati in valuta giapponese. Le spedizioni di settembre hanno ceduto 1,3 punti percentuali, attestandosi a quota 420,5 yen per ogni chilogrammo, bruciando di fatto il guadagno precedente (+2,8%) presso il Tokyo Commodity Exchange. Il record che si accennava in precedenza è stato invece raggiunto pochi giorni fa (+5,3%). Secondo gli analisti asiatici, questo fatto deve essere esaminato come un vero e proprio mix di fattori: in particolare, uno yen più forte vuole significare una gomma più debole, mentre la produzione di lattice è risultata bassa per tutta la stagione invernale.


La divisa giapponese è riuscita ad attestarsi a quota 82,25 yen nei confronti del dollaro, approfittando anche dell’ondata di nuovi tassi di interesse in Europa e in Asia. Le produzioni più importanti della gomma si trovano in paesi come la Thailandia, l’Indonesia e la Malesia, ma non sono state in grado di approfittare del periodo migliore per la raccolta, vale a dire quello che va da febbraio a maggio, un dato che risulta anche dalle rilevazioni della Association of Natural Rubber Producing Countries; nello specifico, l’output è sceso di oltre sessanta punti percentuali rispetto ai picchi precedenti. A Shanghai, invece, i futures sono aumentati dell’1,1% (l’ultima quotazione era superiore ai 35 yuan), a conferma che l’andamento asiatico è davvero imprevedibile.

Infine, bisogna anche sottolineare come il prezzo fisico relativo alla gomma proveniente dalla Thailandia si è rafforzato di 1,3 punti percentuali, concludendo le contrattazioni a quota 177,05 baht (5,9 dollari) per ogni singolo chilogrammo, una stima che è stata confermata dal Rubber Research Institute of Thailand.

Lascia un commento