A Chicago buon rialzo per i futures bovini

iaPJgVAmtWNALa giornata di ieri presso il Chicago Mercantile Exchange è stata caratterizzata da un calo delle contrattazioni relative ai futures sulla carne bovina (vedi anche La tempesta di neve americana fa rialzare i futures bovini). Tutto questo è accaduto nonostante un record al rialzo per quel che concerne la scelta americana di manzo all’ingrosso, come messo in luce dagli analisti e dai trader. La bella stagione si avvicina anche negli Stati Uniti, di conseguenza sta diventando sempre più circoscritta la domanda per bistecche e hamburger.

Futures: bovini e suini in calo a Chicago

I futures relativi alla carne suina hanno fatto registrare ieri il quarto giorno consecutivo di ribasso: si tratta del rallentamento più lungo da un mese a questa parte per tali strumenti finanziari, causato soprattutto dall’abbondanza di scorte per quel che concerne i prodotti americani. I futures relativi alla carne bovina si sono invece caratterizzati per un calo piuttosto leggero. Tornando a parlare dei suini, c’è da precisare che la produzione commerciale dello scorso mese negli Stati Uniti ha raggiunto il totale di quasi due miliardi di libbre (1,93 per la precisione, circa 874mila tonnellate per la precisione), vale a dire il 9,5% in più rispetto allo stesso periodo di un anno prima.

Gomma: contratti futures ai minimi da più di quattro mesi

I contratti futures che osservano da vicino le performance della gomma come commodity hanno subito uno degli effetti più negativi del terremoto che ha sconvolto il Giappone: questi strumenti, infatti, sono giunti al loro livello più basso degli ultimi quattro mesi, dopo che il sisma nipponico ha causato un vero e proprio shock dal lato dell’offerta, costringendo gli impianti automobilistici a interrompere la produzione e accrescendo, al contempo, la domanda. Volendo essere più precisi, c’è da precisare che le spedizioni relative al mese di agosto, il contratto solitamente più attivo del mercato, ha perso più di tredici punti percentuali, il calo maggiore da aprile 2010, attestandosi a quota 335 yen per ogni chilogrammo nel corso delle contrattazioni dell’after-hours presso il Tokyo Commodity Exchange. Tra l’altro, questa stessa piazza finanziaria ha provveduto a espandere il limite di scambio proprio per la gomma per la seconda volta consecutiva.