Fiat riorganizza reti vendita Lancia-Chrysler

fiatIn merito alle reti di vendita dei prodotti a marchio Lancia e Chrysler, il Gruppo Fiat ha reso noto che nel mese corrente la società procederà ad integrare e riorganizzare i due network con l’obiettivo di realizzare sinergie significative. In particolare la riorganizzazione delle reti Lancia-Chrysler rientra per la stessa Chrysler, e per Fiat Group Automobiles, nell’ambito del processo di integrazione che è stato avviato nello scorso mese di aprile, e che rappresenta, in accordo con quanto messo in risalto dalla società automobilistica con una nota, un passo ulteriore per rendere più efficiente la struttura commerciale, ma anche per distribuire nuovi prodotti, ricambi, servizi di assistenza e servizi e prodotti correlati. A livello geografico, la nuova struttura distributiva in fase di implementazione riguarderà tutti i Paesi europei dove sono presenti reti di vendita a marchio Lancia con l’eccezione della Gran Bretagna dove Lancia non è presente e, quindi, la major automobilistica italiana manterrà nell’area il marchio Chrysler.

Nel Vecchio Continente, per l’anno 2010, Fiat Group Automobiles e Chrysler stimano che il nuovo progetto di  riorganizzazione delle reti Lancia-Chrysler porti alla nascita di ben mille punti vendita ai quali sarà affidato un nuovo mandato; FGA Capital, inoltre, per l’Europa, ha già provveduto a prendere in carico, per i prodotti Chrysler, Dodge e Jeep, la prestazione di servizi finanziari. Intanto, la Fiat, per effetto del calo delle vendite di auto, in linea con le attese per quest’anno a causa dell’assenza in Italia degli ecoincentivi, ricorrerà nuovamente alla cassa integrazione alla fine del prossimo mese di giugno presso lo stabilimento di Mirafiori a Torino.

Nella seconda metà del prossimo mese, infatti, la Cig scatterà per i lavoratori Fiat occupati nelle linee di produzione della Punto, Musa, Multipla e Idea; intanto, i Sindacati sono preoccupati degli effetti sull’occupazione nel settore auto dopo la fine degli ecoincentivi, e chiedono di conseguenza l’intervento delle Regioni e del Governo per affrontare una situazione di calo della domanda che potrebbe anche continuare nel 2011.

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