È tutto pronto per il secondo fondo comune di investimento gestito dalla Al Hilal Bank: si tratta di uno strumento a reddito fisso per l’istituto di Abu Dhabi, il quale ha dato vita a una struttura che sarà ben aperta, con il periodo dell’offerta iniziale che durerà per circa un mese proprio dalla giornata di oggi. Gli investitori coinvolti, inoltre, potranno contare su una sottoscrizione minima di ben diecimila dollari, mentre ogni singola unità finanziaria avrà a disposizione dieci dollari complessivi, uno degli importi più bassi del mercato. In pratica, il ruolo della banca araba sarà quello di sponsorizzare il fondo stesso.
Obbligazioni
Ubs emette una obbligazione ibrida a dieci anni
Ubs, tra gli istituti di credito più famosi della Svizzera ma non solo, ha quotato un bond decennale in grado di assorbire le proprie perdite: il rendimento di base è stato senza dubbio più basso rispetto a quanto ci si aspettava inizialmente, un tentativo estremo di conquistare la fiducia di quegli investitori che puntano a simili caratteristiche finanziarie. L’obbligazione a cui si sta facendo riferimento sarà subordinata al Tier 2, il requisito supplementare di capitale di ogni banca, e garantirà un ritorno economico di ben 7,25 punti percentuali. L’importo complessivo è stato fissato in due miliardi di dollari, ma la domanda da parte dei soggetti interessati è andata ben oltre le previsioni, con 5,5 miliardi complessivi.
L’Fmi sconsiglia i bond islamici al Qatar
Le banche convenzionali del Qatar non dovrebbero avere il permesso di investire in bond islamici, i famosi sukuk di cui si sente tanto parlare: è questa la conclusione a cui è giunto il Fondo Monetario Internazionale nel suo report dedicato alla nazione asiatica. Per quale motivo una constatazione così perentoria? Il team dell’organizzazione di Washington ha visitato il piccolo stato arabo lo scorso anno e i risultati di questa missione sono ben riassunti dalla frase appena menzionata. Secondo il Fondo, diverse emissioni obbligazionarie meritano ancora una considerazione, in modo da assicurare che gli obiettivi desiderati siano implementati nella maniera più giusta.
Nuovo bond Fiat in franchi svizzeri
La domanda ha raggiunto un ammontare senza dubbio interessante e Fiat spa non ha potuto che approfittarne: l’occasione è infatti divenuta propizia per il Lingotto per aumentare le dimensioni del suo ultimo prestito obbligazionario, il quale è stato lanciato nel corso della giornata odierna e che beneficia della denominazione in franchi svizzeri. L’importo complessivo, inizialmente fissato in 250 milioni, è poi salito fino a 450 milioni di franchi. Che tipo di bond ha messo a disposizione la casa automobilistica di Torino? Volendo essere più precisi di quanto fatto finora, l’emissione vera e propria è stata curata dalla divisione Finance & Trade Limited della stessa Fiat (la società piemontese ha esercitato la garanzia finale).
Il governo svedese emette un bond ventennale
Lo Swedish National Debt Office ha pubblicato tutti i dettagli relativi alla sua ultima emissione di bond governativi: si tratta di titoli obbligazionari che fanno ovviamente riferimento al governo di Stoccolma e che andranno a beneficiare di una durata complessiva piuttosto lunga, vale a dire venti anni. In effetti, la stessa Svezia ha deciso di puntare su una data di maturazione ben precisa, il 1° giugno del 2023, con l’introduzione ufficiale che avverrà nel corso delle aste che sono in programma per il prossimo 12 marzo. In pratica, la procedura è stata scandita dall’iniziale acquisto di altri strumenti simili, ma a otto e dieci anni, per poi provvedere alla vendita a cui si sta facendo riferimento. In aggiunta, gli investitori coinvolti da questa quotazione avranno la possibilità di scegliere una delle combinazioni relative ai due bond appena menzionati.
Walt Disney Company emette bond a cinque e dieci anni
La Walt Disney Company ha emesso due tranche di titoli obbligazionari per un importo complessivo di 1,4 miliardi di dollari: entrando maggiormente nel dettaglio, si tratta di un miliardo di dollari per quel che concerne la porzione di bond in scadenza tra cinque anni, con tanto di ritorno economico che sarà superiore di quarantasette punti base rispetto ai medesimi titoli messi a disposizione dal Tesoro americano, mentre i restanti quattrocento milioni sono stati destinati a una scadenza superiore, vale a dire dieci anni. Tra l’altro, bisogna anche aggiungere che la quotazione a cui si sta facendo riferimento è stata sensibilmente migliorata da una guida preventiva.
Anche Wells Fargo emette dei bond a tre anni
Wells Fargo & Company, tra le più famose compagnie finanziarie di tutti gli Stati Uniti, ha messo in vendita dei titoli obbligazionari a tre anni presso i mercati americani del credito: si tratta di una emissione piuttosto interessante per quel che concerne il vasto universo dei bond, tanto più che la scadenza è fissata nel breve termine e l’importo complessivo è pari a due miliardi di dollari, secondo quanto trapelato dalle indiscrezioni relative a questa trattativa ormai entrata nel vivo. C’è poi un altro elemento che vale la pena ricordare, una di quelle caratteristiche che tutti gli investitori finanziari vogliono conoscere prima di tutto: si tratta del ritorno economico o rendimento che dir si voglia, in questo caso stabilito in 1,347 punti percentuali, vale a dire cento punti base al di sopra dei medesimi titoli messi a disposizione dal Tesoro a stelle e strisce.
Bond decennali in dollari per Dolphin Energy
Dolphin Energy, società con sede ad Abu Dhabi e con un controllo azionario da parte di Occidental Petroleum Corporation e Total Sa, ha lanciato dei bond decennali per un importo complessivo di un miliardo di dollari: il rendimento in questione è stato fissato al 5,5%, mentre la domanda si è dimostrata davvero massiccia. Gli ordinativi che fanno riferimento a questo specifico strumento finanziario, infatti, sono stati sei volte superiori all’offerta (quindi, si tratta di un ammontare pari a sei miliardi di dollari), con il mercato americano che ha rappresentato il luogo ideale per il collocamento in questione. Il prezzo finale, inoltre, è stato addirittura inferiore rispetto a quanto era stato preventivato nelle trattative iniziali, vale a dire circa 5,75 punti percentuali.
Brasil Telecom emette bond decennali denominati in dollari
Brasil Telecom Sa, una delle sussidiarie del gruppo brasiliano attivo nelle telecomunicazioni Oi, ha provveduto a emettere 1,5 miliardi di dollari in titoli obbligazionari decennali: la vendita in questione ha riguardato i mercati americani del credito ed è per questo motivo che l’importo totale è denominato in moneta verde. Secondo quanto annunciato dal direttore finanziario della società sudamericana, Alex Zornig, la risorse reperite all’estero dovrebbero ritornare utili per alcuni tra i più importanti scopi aziendali, in particolare l’estensione del profilo debitorio della stessa compagnia. Un numero crescente di gruppi brasiliani si sta cimentando con questi bond sin dall’inizio del 2012, alla ricerca di un rinnovato interesse da parte degli investitori nei confronti dei mercati emergenti.
I Bond Enel sono investimenti sicuri?
Se i Btp dovessero avere della concorrenza, allora questa al momento sarebbe rappresentata da Enel; le aziende a grande capitalizzazione che offrono bond vengono sempre ben viste dagli investitori visto che per differenziare il rischio legato alle emissioni del Ministero dell’Economia e delle Finanze rappresentano un’ottima alternativa.
Girare i capitali all’estero potrebbe essere dispendioso e comunque ci si accontenterebbe in molti casi di rendimenti ben inferiori a quelli che offrono ora i BTP. Investire in Enel (come in altre blue-chips del FTSE-Mib del resto) è invece una valida alternativa ed ancora una volta le emissioni di obbligazioni rispondono correttamente alla domanda ed alle aspettative.
Con il via libera della Consob diventa ufficiale l’emissione di Bond da parte di Enel per un ammontare di 1.500 milioni di euro (per un massimo di 3.000 milioni di euro) disponibili a tasso fisso e variabile. L’investimento minimo è fissato in duemila euro e, secondo le dichiarazioni ufficiali, non vi sono nè spese nè commissioni per la sottoscrizione (a parte il costo fisso del deposito titoli). Il rendimento ha un minimo garantito invece del “range” di rendimento della precedente emissione. Tutto questo, lo ricordiamo, per un’investimento di sei anni.
Cit Group sceglie i tre e i sette anni per le proprie obbligazioni
Cit Group, una delle principali holding bancarie americane, ha provveduto a emettere 3,25 miliardi di dollari del proprio debito, in quella che di fatto è stata la sua seconda maggior vendita obbligazionaria dalla bancarotta di fine 2009: in pratica, la compagnia di New York è stata costretta a comportarsi in questo modo, dato che il trimestre in corso è stato caratterizzato da forti costi in tal senso. Entrando maggiormente nel dettaglio, c’è da dire che Cit ha emesso 1,5 miliardi di dollari in bond a tre anni e con un rendimento iniziale di 4,75 punti percentuali, mentre i restanti 1,75 miliardi sono stati destinati a debito a sette anni e con un ritorno economico ovviamente superiore, vale a dire 5,5 punti percentuali.
Bank of America, due nuove scadenze per i bond
Bank of America Corporation, tra le più celebri banche degli Stati Uniti, è riuscita a completare una transazione piuttosto importante per quel che concerne i titoli obbligazionari: l’offerta in questione, il cui importo complessivo è stato fissato in 2,25 miliardi di dollari, prevede due tranche specifiche, vale a dire quella a lunghissimo termine (trenta anni per la precisione) e la riapertura della scadenza decennale (2022, una tranche aperta già in precedenza). Volendo essere ancora più precisi, c’è da dire che l’istituto di credito ha messo in vendita 750 milioni di dollari di bond con un rendimento iniziale del 5,7%, vale a dire 325 punti base al di sopra della medesima sottoscrizione del Tesoro a stelle e strisce; la data di maturazione è stata fissata al 24 gennaio del 2022, mentre la riapertura della seconda tranche ha consentito di arrivare fino all’ammontare definitivo che è stato menzionato sopra.
Royal Bank of Scotland affida i propri bond ai Bric e all’inflazione europea
La giornata di ieri di Borsa Italiana è stata caratterizzata senza dubbio dalla nuova emissione di Royal Bank of Scotland: l’emittente britannica ha infatti lanciato presso il Mercato Telematico Obbligazionario (Mot) ben due titoli obbligazionari distinti, con delle caratteristiche precise che vanno approfondite nel dettaglio. Nel primo caso, si tratta del bond denominato “Eur 7.500.000 Obbligazione Bric 2011/2016“ (il codice Isin di riferimento è GB00B6HYM000): tale titolo, come si può facilmente intuire, prevede uno stretto collegamento al gruppo di paesi Bric (Brasile, Russia, India e Cina), le economie emergenti su cui gli investitori fanno molto affidamento. L’importo complessivo è pari a 7,5 milioni di euro (7.500 strumenti finanziari per un importo unitario di mille euro).
Asta di bond a dieci e venti anni per lo Sri Lanka
Il governo dello Sri Lanka ha provveduto a emettere titoli obbligazionari a dieci anni che beneficeranno di un rendimento del 10,25%, oltre a bond ventennali con un ritorno economico di undici punti percentuali: l’asta in questione risale a qualche giorno fa, come annunciato ufficialmente dall’ufficio che si occupa proprio del debito statale. Nel dettaglio, le due offerte prevedono un importo pari a un miliardo di rupie per quel che concerne gli strumenti in scadenza nel 2022 (circa 6,6 milioni di euro), mentre l’ammontare complessivo dell’emissione che giungerà a maturazione nel 2032 è stato fissato a 1,02 miliardi di rupie cingalesi.