Forti richieste per i California-bond, ovvero i titoli di debito emessi dallo stato californiano da diverso tempo alle prese con gravi problemi di finanza pubblica. I cittadini dello stato americano sembrano però ottimisti e hanno risposto alla grande all’invito lanciato dal governatore Jerry Brown. Il collocamento di 1,75 miliardi di dollari di bond è stato chiuso con un giorno di anticipo rispetto alla tabella di marcia. Il bond ha ricevuto richieste pari al 58% delle obbligazioni in offerta. La California è uno stato molto ricco ed è praticamente la nona economia al mondo.
Obbligazioni
Il Paraguay prepara il proprio bond per il 2013
Il Paraguay è seriamente intenzionato a lanciare la sua prima emissione di bond internazionali, un evento che non accade dallo scorso mese di gennaio: l’annuncio ufficiale è stato fatto dal presidente Federico Franco, il quale ha l’obbligo di far fronte ai costi relativi all’indebitamento, in modo da accelerare in maniera decisa lo sviluppo della nazione sudamericana. I dirigenti governativi hanno già avviato gli incontri con gli investitori, per una operazione che andrà a coinvolgere 550 milioni di dollari in titoli obbligazionari. Lo stesso Franco è in carica da pochi mesi, per la precisione da giugno scorso: la sua elezione si è resa necessaria alla luce dell’impeachment che ha coinvolto il predecessore, Fernando Lugo.
Investire in bond ad alto rendimento con gli Etf
Nell’ultimo mese e mezzo abbiamo assistito sui mercati ad una maggiore contrazione dei rendimenti delle obbligazioni governative dei paesi europei periferici (come la Spagna e l’Italia), senza contare che i tassi dei bond di paesi europei “core” ad alto rating (Germania, Francia, Olanda, Finlandia, etc.) restano su valori reali negativi. L’effetto-Draghi, ovvero il lancio del nuovo piano anti-spread avvenuto lo scorso 6 settembre, ha rassicurato gli investitori favorendo la ripresa di tutto il mercato obbligazionario europeo. Da allora è anche partita la caccia ai corporate bond ad alto rendimento.
Hyundai emette nuovi bond denominati in dollari
Hyundai Motor Company, la principale compagnia automobilistica della Corea del Sud, ha annunciato proprio nel corso della giornata odierna il lancio di alcune obbligazioni denominate in dollari: questi bond internazionali prevedono un importo complessivo pari a un miliardo di dollari, con l’operazione che è stata gestita dalla relativa unità finanziaria. L’intento, inoltre, è quello di assicurare i necessari finanziamenti per rendere più competitive le proprie promozioni commerciali. Già nel corso del 2011 si è registrato un gran successo dei bond automobilistici, perché ora un investitore dovrebbe puntare sul gruppo di Seul?
Quanto rendono i titoli di stato europei a settembre 2012
Da quando lo spettro della disintegrazione dell’euro è stato allontanato forse definitivamente per qualche tempo grazie al piano di salvataggio della Bce, lo spread ha allentato la morsa e i bond governativi europei hanno ripreso vigore. Banca Syz fa notare che l’effetto principale è stato quello di provocare “un netto calo dell’avversione al rischio e immediatamente c’è stato un rimbalzo dei tassi di interesse a lungo termine degli emittenti ritenuti un porto sicuro”. Il rendimento del T-Bond USA è salito all’1,75% dall’1,62%, quello del Bund all’1,6% dall’1,35%, quello del Gilt britannico all’1,83% dall’1,46%.
Investire in T-Bond a 30 anni dopo QE3 della FED
Il terzo piano di quantitative easing della Federal Reserve, annunciato lo scorso 13 settembre, ha inondato nuovamente il mercato con nuova liquidità al ritmo di 40 miliardi di dollari al mese. Da allora sul mercato dei titoli di stato americani è scattata la corsa all’acquisto dei Treasuries Bond a 30 anni. Il quantitative easing (o allentamento monetario) è un meccanismo che permette alla banca centrale di aumentare l’offerta di moneta con operazioni di mercato aperto. Le iniezioni di liquidità vanno a finire direttamente nel sistema finanziario e nel sistema economico.
Investire in bond di paesi emergenti a fine 2012
L’investimento in obbligazioni emesse da governi e aziende di paesi emergenti sta diventando sempre più appetibile agli occhi degli investitori, desiderosi di diversificare al meglio il proprio portafoglio finanziario in un contesto di forte variabilità dei rendimenti su scala globale. Fino a qualche anno fa investire in bond di paesi emergenti sarebbe stato inquadrato come un azzardo, o quantomeno un investimento ad elevato rischio. Oggi, invece, molti money manager stanno puntando su questi bond per difendersi dai rischi di oscillazione dei rendimenti di un portfolio obbligazionario.
Boom per i junk bond grazie al QE3 della FED
Le politiche ultra-accomodanti delle banche centrali più importanti al mondo (Bce, Fed, BoJ) stanno spingendo al rialzo le asset class più rischiose, in un contesto caratterizzato da un’elevata liquidità a basso costo pronta a dare la caccia ai migliori rendimenti. Il clima di risk on sui mercati sta spingendo al rialzo anche i junk bond, ovvero i titoli obbligazionari con basso rating ma ad alto rendimento. Solitamente questi bond vengono chiamati anche titoli “spazzatura”, che nei periodi di maggiori turbolenze sui mercati sono quasi sempre ignorati dagli investitori in quanto gli ultimi ad essere rimborsati in caso di fallimento dell’emittente.
Migliori fondi per investire in yuan cinesi
Ad oggi sono sette le case di investimento che hanno un fondo che punta sui bond goveernativi cinesi. L’ultimo in ordine di arrivo è l’Invesco Renminbi fixed income fund. La sensazione è che la categoria possa velocemente diventare sempre più affollata, considerando le potenzialità di rendimento degli investimenti espressi in valuta cinese, ovvero in yuan (o renminbi). Secondo Invesco, lo yuan può diventare la seconda valuta mondiale entro i prossimi 10 anni, ma per ora l’investitore deve dedicare alla valuta cinese solo il 4-5% del portafoglio.
Morgan Stanley emette bond in euro per un miliardo
Non accadeva ormai da 19 mesi, ma probabilmente il ritorno della fiducia tra gli investitori ha spinto la banca americana Morgan Stanley a tornare sull’euromercato, emettendo la sua prima obbligazione in euro per un importo pari a un miliardo. Il bond targato Morgan Stanley ha una durata di 5 anni ed è stato emesso con un premio di 275 punti base rispetto al tasso midswap. Il premio è superiore a quanto quotava ieri l’ultima emissione della banca americana in euro.
Lo Sri Lanka emette un bond triennale in dollari
Il governo dello Sri Lanka ha deciso di emettere un titolo obbligazionario a tre anni per un importo complessivo di oltre 121 milioni di dollari: il bond in questione beneficerà inoltre di un rendimento che sarà superiore di quattrocento punti base rispetto al Libor (London Interbank Offered Rate) a sei mesi, come è stato confermato dallo State Debt Office locale. Entrando maggiormente nel dettaglio, c’è da dire che la nazione asiatica ha provveduto a mettere a disposizione sessanta milioni di dollari in obbligazioni per la cessione vera e propria, anche se poi le offerte che sono ricevute hanno raggiunto una cifra doppia come si è avuto modo di capire.
Giordania: un sukuk per sanare le finanze statali
Un testo normativo atteso da lungo tempo: c’è bisogno di questa legge per consentire alla Giordania di tuffarsi completamente nel “mare” dei sukuk. Le due camere della nazione asiatica stanno discutendo gli articoli in questione, ma l’obiettivo appare chiaro, vale a dire agevolare il governo locale nel saziare il grande appetito di bond islamici. La legge a cui si sta facendo riferimento è in fase di sviluppo dal 2010 ed è passata proprio nel corso di questo mese alla Camera Bassa, mentre l’approvazione a quella Alta risale alla scorsa settimana.
La Colombia torna ai bond denominati in pesos
La Colombia ha deciso di offrire per la prima volta negli ultimi due anni dei titoli obbligazionari collegati alla propria valuta, il peso: in pratica, il governo di Bogotá ha intenzione di sfruttare al massimo la crescente domanda che si sta registrando in relazione agli assets finanziari dal maggior rendimento, dopo che la Federal Reserve ha annunciato le nuove misure per rilanciare l’economia, in primis la riduzione dei tassi statunitensi. L’esecutivo sudamericano sta dunque vendendo bond che giungeranno a maturazione nel 2023, meglio conosciuti con il nome di Global Tes.
La Turchia sceglie la propria valuta per il secondo sukuk
Dalla Turchia si attende a breve una importante decisione per quel che riguarda la finanza islamica: il governo di Ankara è infatti pronto a emettere un sukuk denominato in valuta locale, la nuova lira turca, per quella che potrebbe essere la seconda offerta di bond sovrani di tale tipo. Non si conosce ancora la data esatta della quotazione, ma tutto lascia presagire che non si andrà oltre la fine di questo mese di settembre. In aggiunta, la domanda da parte degli investitori finanziari dovrebbe essere molto alta, come fatto intendere dalla divisione turca della compagnia finanziaria Al Baraka.