La Colombia punta sui trenta anni per i propri bond

Il governo colombiano ha deciso di vendere con la massima urgenza 1,5 miliardi di dollari in titoli obbligazionari: i prodotti finanziari in questione prevedono una scadenza di lunghissimo termine, vale a dire trenta anni (nello specifico, l’anno di riferimento sarà il 2041), una operazione che si configura come molto particolare. In effetti, quest’ultima rappresenta il primo lancio denominato in valuta estera dallo scorso mese di luglio, un’attesa che ora si è dovuta interrompere per la necessità di finanziare il budget della nazione sudamericane e dar vita a un riscatto del debito interno. Bogotà ha anche scelto il rendimento iniziale di tali bond: nello specifico, esso ammonta a quasi cinque punti percentuali (il 4,96% per la precisione).

In pratica, questa percentuale è superiore di 1,95 punti rispetto a quella associata agli stessi titoli messi a disposizione dal Tesoro americano, il consueto raffronto che si fa in questi casi. C’è comunque da precisare che questa vendita specifica non è altro che una riapertura di alcuni titoli che la Colombia aveva emesso nell’ottobre del 2009, quindi stiamo parlando di strumenti che risalgono addirittura a due anni fa. Perché tornare indietro nel tempo? Lo scopo principale è stato soprattutto quello di incrementare l’importo totale della cessione, in modo da portarlo fino a 2,5 miliardi di dollari. Il rifinanziamento del debito nazionale è stato messo in evidenza dal direttore del dipartimento del Credito Pubblico (interno al Ministero delle Finanze), Maria Catalina Escobar, la quale ha anche voluto precisare l’ammontare preciso del riacquisto di bond stranieri, vale a dire 750 milioni di dollari.

La Colombia provvederà anche ad acquistare nuovamente il debito in scadenza nel 2013 e nel 2027, altre due date molto interessanti da questo punto di vista. Infine, un ultimo cenno lo merita la gestione finanziaria dei titoli obbligazionari, che è stata affidata a due istituti di credito piuttosto importanti, ovvero l’inglese Hsbc e l’americana JPMorgan.

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