L’agenzia di rating Fitch, terza per importanza dopo Standard & Poor’s e Moody’s, non smette di interessarsi all’economia e alla finanza del nostro paese: l’ultimo provvedimento ha infatti riguardato la revisione del rating watch di Fondiaria Sai e di Milano Assicurazioni. Nel dettaglio, le due compagnie assicurative hanno visto la loro valutazione passare dal poco incoraggiante “negative” all’attuale “evolving”. Si tratta di una decisione che interesserà sicuramente gli azionisti delle due compagnie, i quali potranno avere un quadro più chiaro sulle performance dei relativi titoli.
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Le prospettive finanziarie dell’ipo di Facebook
La settimana attualmente in corso sarà decisiva per l’offerta pubblica iniziale di Facebook (Ipo), un evento molto atteso ovviamente a Wall Street: in effetti, si tratta di uno dei maggiori debutti in questo senso per quel che concerne la storia del New York Stock Exchange. I documenti sono pronti e verranno posti all’attenzione della Securities and Exchange Commission (Sec, la Consob americana per intenderci), in modo che gli investitori possano avere una prima indicazione su questa operazione del più famoso social network al mondo. Come ha rivelato il Wall Street Journal, inoltre, la compagnia sta vagliando gli istituti di credito che saranno chiamati in causa per gestire il tutto.
Investire in Zucchero 2012
L’investimento in materie prime diventa sempre più interessante ma a condizione che si sia in grado di sfruttare le tendenze negative che sembrano previste su un buon numero di futures e di ETF. Questo è proprio il caso del future sul Sugar no.11 dell’ICE che sembra promettere un down-trend di lunghissimo periodo se le condizioni non cambieranno drasticamente.
Ripercorrendo la storia del grafico vediamo che il top assoluto degli ultimi 40 anni è stato sfiorato durante il 1974 quando in Novembre lo Zucchero arrivò a superare di poco il livello chiave a 65 per poi ritracciare velocemente tornando sotto a 10 (tutti i valori sono ovviamente rettificati) e mettendo la parola fine alla prima bolla speculativa del grafico di lungo periodo. La seconda non tarda ad arrivare e già nel 1979 inizia l’ascesa verso il nuovo top relativo a 50 che nel Novembre del 1980 segna il massimo punto raggiunto inferiore al precedente in cui si spegne la seconda delle bolle speculative.
La Juventus annuncia la sottoscrizione dell’aumento di capitale
Sui campi di seria A va a gonfie vele, con un primo posto in classifica che è suggellato da una striscia positiva senza sconfitte: a livello finanziario, invece, la Juventus Football Club può vantare una sottoscrizione integrale del proprio aumento di capitale. L’annuncio risale proprio alla giornata di ieri, quando una nota della società torinese ha messo in luce i 908.427 diritti non esercitati da parte di Exor, oltre ovviamente all’operazione che è stata appena menzionata. In questo modo, il capitale attuale è molto vicino agli 8,2 milioni di euro, con i titoli azionari che si sono invece attestati sul miliardo e sette milioni di unità complessive. Exor, infatti, è la società controllare della Juventus, con una quota piuttosto consistente, vale a dire il 63,77% del capitale sociale.
Esito asta BTP a 5 e 10 anni
In questo Lunedì estremamente negativo per le Piazze Europee (e Americane) sono stati diffusi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze i risultati dell’asta di BTP a 5 e 10 anni che adesso andiamo ad analizzare nello specifico iniziando subito con i dieci anni che continuano ad essere oggetto di discussione per lo spread con il Bund; il Tesoro ha collocato 2.000 milioni di euro di BTP con scadenza a 10 anni identificabili con l’ISIN IT0004759673 a fronte di una domanda di circa 2.832 milioni di euro. Già da questa premessa è ovvio che il rendimento dei Buoni del Tesoro Poliennali a dieci anni è in discesa ed infatti si conferma al 6.08%. Se questo potrebbe sembrare un risultato positivo a fronte del precedente dato che vedeva rendimenti superiori al 7%, bisogna valutare anche le attese che invece sono state smentite; quello che ci si aspettava infatti era un calo al di sotto della quota critica dei sei punti percentuali che non è avvenuto anche se l’analisi degli investitori internazionali mette in evidenza come l’Italia stia lavorando bene ma il contesto in cui è inserita risulta estremamente debole, tanto da condizionare le aste dei titoli del debito.
L’Irlanda sarà il primo paese europeo a emettere sukuk?
Il ministero delle finanze irlandesi sembra pronto a una iniziativa che sta già dividendo i punti di vista: la nazione nordeuropea è una di quelle maggiormente invischiate nella crisi economica dell’eurozona, dunque è praticamente scontato che si stiano percorrendo tutte le direzioni possibili per uscire da queste difficoltà. Una di queste direzioni risponde al nome di sukuk, i titoli obbligazionari islamici, uno strumento praticamente sconosciuto per quel che concerne il Vecchio Continente. In effetti, se le indiscrezioni dovessero essere confermate, l’Irlanda sarebbe il primo paese europeo a emettere un bond di questo tipo. La tipica caratteristica dei sukuk è l’armonizzazione tra il rischio e il rendimento, con una serie di flussi di cassa che sono rispettosi dei dettami della legge della Sharia.
La nuova obbligazione a tasso fisso di Ubi Banca
Tasso fisso al 3,8%, scadenza fissata nel 2014 e venticinque milioni di euro di importo: sono queste le tre caratteristiche che balzano immediatamente agli occhi quando si va ad analizzare il prospetto informativo del nuovo titolo obbligazionario che Ubi Banca metterà a disposizione fra due giorni esatti. Il segmento DomesticMot del Mercato Telematico Obbligazionario di Borsa Italiana sarà il luogo in cui verrà collocato il prodotto in questione (il codice Isin di riferimento è IT0004785892), con la consueta modalità di negoziazione che caratterizza molti bond, vale a dire il corso secco. L’ammontare complessivo che è stato citato in precedenza non è altro che il prodotto tra le 25mila obbligazioni messe in circolazione e il valore nominale unitario, pari a mille euro.
Asian Development Bank emette nuovamente Water Bond
La Asian Development Bank ha provveduto a emettere la sua seconda quotazione di “water bond” per un importo complessivo di 474 milioni di lire turche (circa 264 milioni di dollari): la vendita in questione è stata realizzata per venire incontro alle esigenze degli investitori di nazionalità giapponese, in modo da reperire le risorse necessarie per il finanziamento del settore idrico. I “bond dell’acqua”, in questo caso denominati in valuta turca, verranno lanciati sul mercato nel corso del mese di febbraio. Il ruolo dell’istituto di credito asiatico sarà soprattutto quello di fornire l’adeguata assistenza per quel che concerne le procedure finanziarie; le somme raccolte verranno poi investite in alcuni progetti molto interessanti, con l’obiettivo di fornire sistemi idrici di primo livello alle aree urbane, una maggiore riabilitazione per quel che concerne le irrigazioni già esistenti, oltre a una migliore gestione dei rifiuti industriali.
Bei, Ue, Francia e Efsf per i sei nuovi bond dell’EuroMot
Lo European Financial Stability Facility (il cosiddetto Fondo Salva-Stati), l’Unione Europea, la Banca Europea per gli Investimenti e la Repubblica Francese: sono questi i protagonisti delle sei emissioni che sono state avviate oggi presso il segmento EuroMot del Mercato Telematico Obbligazionario di Borsa Italiana. Con quali bond si avrà a che fare in questo caso? Anzitutto, bisogna precisare che i termini di liquidazione sono stati fissati nel terzo giorno successivo alla data di stipulazione del contratto di compravendita. Cerchiamo di fare ordine sui prodotti in questione. Ben tre obbligazioni avranno come emittente la Bei, con dei tassi cedolari che saranno comunque differenti (per la precisione, si tratta dell’1,625%, dell’1,875% e del 2,25%, in quest’ultimo caso si tratterà dell’unico strumento con denominazione in sterline invece che in euro).
Lloyds emette un bond quinquennale di tipo unsecured
Lloyds Banking Group, istituto di credito che è detenuto per il 41% dai contribuenti britannici e che sta provvedendo attualmente a tagliare ben quindicimila posti di lavoro, ha venduto dei bond allo scoperto nel mercato di riferimento: si tratta di un segmento che era rimasto chiuso a tutti i prestatori dallo scorso mese di luglio, dunque si può parlare a ragione di una emissione importante. Entrando maggiormente nel dettaglio, c’è da dire che questa cessione è stata caratterizzata da 1,5 miliardi di euro per quel che concerne l’importo complessivo, mentre la scadenza è stata fissata in cinque anni. Lo stesso gruppo inglese non si avventurava in ambito obbligazionario da quasi un anno, visto che l’ultima vendita risaliva al mese di marzo del 2011.
La nuova obbligazione Cap&Floor di Monte dei Paschi
Il DomesticMot di Borsa Italiana ha accolto proprio nella giornata odierna il nuovo titolo obbligazionario a marchio Monte dei Paschi di Siena: l’emittente toscana ha infatti lanciato il “Banca Monte dei Paschi di Siena Spa 2011-2017-Tasso Misto Cap&Floor BancoPosta” (il codice Isin di riferimento è IT0004761356). Di cosa si tratta esattamente? Detto che le valutazioni da parte delle agenzie di rating sull’istituto non sono proprio lusinghiere (Baa1 secondo Moody’s, BBB+ secondo Standard & Poor’s, una affidabilità discreta del credito), bisogna ricordare che la modalità di negoziazione di tali bond sarà quella del corso secco.
Israele, dopo tre anni tornano i bond in dollari
Il governo israeliano ha provveduto a emettere titoli obbligazionari a dieci anni per un importo complessivo di 1,5 miliardi di dollari: si tratta, nello specifico, della prima offerta estera degli ultimi tre anni, un dato piuttosto significativo se ci si pensa bene. La nazione ha deciso di puntare su dei bond in scadenza nel 2022, con un rendimento iniziale di 4,11 punti percentuali, circa 205 punti base al di sopra della stessa data di maturazione messa a disposizione dal Tesoro americano. Le obbligazioni in questione, tra l’altro, rappresentano una opportunità ottima per investire su un paese abbastanza sicuro e con la speranza di un buon ritorno economico, almeno secondo quanto riferito da Agnes Belaisch, ex economista del Fondo Monetario Internazionale.
Rbs mette a disposizione cinque nuovi Etf per Borsa Italiana
Mercati di frontiera, continente africano, Arabia Saudita, Brasile e America Latina: sono questi i cinque riferimenti finanziari che Royal Bank of Scotland ha deciso di collegare ai propri Exchange Traded Fund, strumenti che hanno cominciato a essere negoziati a partire dalla giornata odierna presso il segmento EtfPlus di Borsa Italiana. Il comparto scelto dall’emittente britannica è, volendo essere ancora più precisi, quello degli Oicr Aperti Indicizzati (Classe 2). Che tipo di fondi comuni potranno essere sottoscritti? Anzitutto, la valuta di negoziazione sarà l’euro, con un differenziale massimo di prezzo compreso tra i due e i quattro punti percentuali.
Barclays sceglie Ftse Mib e Dax per i suoi Mini Futures Certificate
I nuovi certificati di investimento che verranno messi a disposizione a partire da domani da Barclays sono della tipologia Mini Futures: in pratica, questi dieci strumenti saranno collegati a indici finanziari, con il comparto Sedex “Leveraged Certificates” a rappresentare il mercato di quotazione in tal senso. Di cosa si tratta esattamente? A parte uno di questi benchmark, tutto il resto beneficerà della tipologia Bull. In pratica, gli indici che sono stati scelti dalla banca anglosassone sono due, vale a dire il Ftse Mib e il tedesco Dax di Francoforte. La scadenza, invece, sarà sempre la medesima, vale a dire il 20 gennaio del 2017, il che vuol dire che si tratta di titoli quinquennali.