Bond americani a rischio crollo secondo BofA Merrill Lynch

Il taglio automatico alla spesa federale USA, scattato il 1° marzo (il cosiddetto “sequester”), non sembra spaventare gli investitori internazionali. A Wall Street le borse avanzano col vento in poppa, tanto che l’indice Dow Jones ha superato i precedenti massimi storici di ottobre 2007 segnando record su record. Negli Stati Uniti le cose sembra staino girando per il verso giusto, anche a livello macroeconomico. La disoccupazione è in calo, le stime sulla crescita sono state riviste al rialzo nel primo trimestre 2013 e anche il settore immobiliare continua a mgliorare.

Tuttavia, il “sequester” avrà effetti sull’andamento dell’economa reale, che ora non si vedono ma in realtà sono soltanto rimandati. Il taglio da 85 miliardi alla spesa potrebbe provocare la perdita di ben 750mila posti di lavoro. Secondo Barclays, il sequester avrà un effetto limitato sulla crescita del pil. Gli esperti della banca britannica stimano un impatto negativo di circa mezzo punto percentuale solo nel secondo, terzo e quarto trimestre 2013.

CHE COS’E’ IL SEQUESTER?

Meno ottimistica è invece la view di Bank of America Merrill Lynch, che stima un effetto negativo solo a partire dai prossimi mesi. La banca d’affari fa notare che inizialmente si attingerà alle riserve di budget di molti programmi federali. I tagli sono così ridotti da 85 miliardi di dollari “nominali” a 50 miliardi “reali”. BofA ML stima che gli effetti negativi si inizieranno a vedere solo dal trimestre aprile-giugno 2013, ma saranno registrati nelle statistiche macro nei messi successivi. L’impatto maggiore sarà rilevato dai sussidi di disoccupazione, dai salari nel settore privato, dalla fiducia dei consumatori e dagli indici di sentiment manifatturieri.

DEBITO USA A 16.400 MILIARDI DI DOLLARI A FINE 2012

BofA ML stima meno occupati a marzo per 50mila unità, ad aprile per 100mila e altri 50mila a maggio. In borsa i rischi più rilevanti saranno per i titoli industriali, soprattutto quelli legati alla Difesa. Secondo la banca d’affari americana, il rischio maggiore è per i Treasuries Bond USA. BofA ML non esclude un sell-off come avvenne nel 1994, anche se per ora non dovrebbe esserci alcun incremento della volatilità sui prezzi dei titoli di stato.

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