Arabia Saudita srà la nuova tappa per gli investitori mondiali

Le previsioni dell’Arabia Saudita sono quelle di aprire il mercato azionario agli investimenti diretti da istituzioni finanziarie estere nella prima metà del 2015. Lo hanno annunciato le autorità di vigilanza sui mercati. L’apertura di tale mercato, che capitalizza circa 530 miliardi dollari, rimane una delle riforme economiche più attese.

“Il mercato sarà aperto alle istituzioni finanziarie estere idonee a investire in azioni quotate nella prima metà del 2015, con il permesso di Dio”, è scritto in un comunicato dell’Autorità Capital Market. La volontà delle autorità saudite è di aprire il mercato azionario al fine di creare posti di lavoro, diversificare l’economia oltre il petrolio e dare alle imprese locali una più forte disciplina di mercato.

L’Argentina a rischio di nuovo default

Ma il governo ha ritardato la messa in opera della riforma, che si sta preparando da anni, sembra perché preoccupato dalla prospettiva di una maggiore volatilità del mercato, e anche per la realtà politica del tema. Oggi, gli stranieri possono acquistare azioni saudite tramite swap che coinvolgono banche internazionali e attraverso un piccolo numero di Etf. Le stime dicono che gli stranieri controllano circa il 5% del mercato saudita.  L’interesse estero per azioni saudite è molto grande soprattutto per il potenziale economico del paese arabo: lo stesso Fmi ha alzato le stime sulla crescita del Pil nel 2014 al 4,6%. “Questa è una mossa storica per l’Arabia e per la regione”, ha detto Rami Sidani, responsabile degli investimenti del Medio Oriente per Schroders, che possiede già circa 250 milioni di dollari investiti in Arabia Saudita, in modo indiretto.

 

Previsioni ING, uscire dai mercati emergenti

In questo frangente di grande incertezza e elevata volatilità nei mercati finanziari, come quella alla quale si sta assistendo in questi mesi, anche a causa delle recenti crisi Russia Ucraina, fare previsioni su come saranno gli andamenti economici futuri è difficile, in quanto dipende da molte variabili, ma una cosa è certa: gli esperti sono d’accordo nell’affermare che nel 2014 è meglio stare lontani dagli Emergenti.

Bond americani a rischio crollo secondo BofA Merrill Lynch

Il taglio automatico alla spesa federale USA, scattato il 1° marzo (il cosiddetto “sequester”), non sembra spaventare gli investitori internazionali. A Wall Street le borse avanzano col vento in poppa, tanto che l’indice Dow Jones ha superato i precedenti massimi storici di ottobre 2007 segnando record su record. Negli Stati Uniti le cose sembra staino girando per il verso giusto, anche a livello macroeconomico. La disoccupazione è in calo, le stime sulla crescita sono state riviste al rialzo nel primo trimestre 2013 e anche il settore immobiliare continua a mgliorare.

Petrolio Wti resterà in trading range nel 2013

Secondo la maggior parte degli analisti tecnici il mercato del petrolio resterà volatile anche nel corso del 2013, ma dovrebbe continuare a evidenziare un movimento dei prezzi in trading range, ovvero mostrare un andamento laterale delle quotazioni. E’ ciò che prevede Credit Suisse, ma anche Banca Imi e diversi trader indipendenti specializzati proprio sull’oro nero. Secondo gli esperti di Credit Suisse, il petrolio Wti si muoverà in un range compreso tra 75 dollari e 105 dollari al barile; il petrolio Brent, invece, dovrebbe muoversi tra 85 dollari e 125 dollari al barile.

Cosa comprare nel 2013

Emergenti, bond a lunga durata, titoli europei. Cosa acquistare nel 2013 appena cominciato, cercando di sfruttare le potenzialità di questa particolare fase della congiuntura internazionale? A cercare di formulare risposta piuttosto puntuale sono stati gli specialisti di Anima, che hanno ipotizzato alcune idee di investimento per il neonato esercizio finanziario, tenendo in considerazione quanto potrebbe accadere sul fronte europeo, americano, e non solo.

Borse europee +18% nel 2013 secondo Goldman Sachs

Negli ultimi mesi le borse europee hanno messo a segno performance davvero interessanti, facendo anche meglio dell’azionario americano. Francoforte è stata ancora la migliore piazza europea, ma ha sorpreso il rimbalzo delle borse di Atene e Madrid, che però in precedenza erano stato bistrattate quando la crisi dell’euro sembrava ancora di difficile soluzione. Nel 2012 lo Stoxx Europe 600 delle grandi capitalizzazioni è salito del 13% circa, ma secondo Goldman Sachs non resterà un caso isolato. La banca newyorkese si aspetta un 2013 ancora più interessante per l’equity europeo.

Dove investire nel 2013 secondo Credit Suisse

A poco più di una settimana dall’inizio del 2013 iniziano le grandi manovre nei portafogli dei gestori internazionali. Il 2012 è stato tutto sommato un anno positivo per le borse e per i bond, nonostante la grave crisi finanziaria nella zona euro nella prima parte dell’anno e le incognite legate al fiscal cliff negli Stati Uniti. Secondo Stefan Keitel, responsabile mondiale degli investimenti di Credit Suisse, intervistato da Plus24 Il Sole-24 Ore, si aspetta ancora buone performance dei principali asset finanziari e una maggiore crescita dell’economia americana.

Fiscal cliff effetti sui mercati finanziari secondo Pimco

Continuano a tenere banco le problematiche relative al fiscal cliff negli Stati Uniti. Wall Street sembra ritenere possibile un’intesa in tempi brevi tra repubblicani e democratici, anche perché in caso di mancato accordo il prossimo anno scatterebbero tagli automatici alla spesa pubblica e gli aumenti delle tasse per 600 miliardi di dollari. Si tratta di una vera e propria bomba ad orologeria, da disinnescare al più presto per evitare un crollo del pil di 3-4 punti percentuali e l’inabissamento dell’economia americana in una profonda e dolorosa recessione.