Come investire in yuan cinesi

Il mercato internazionale delle valute estere è in costante crescita tra il pubblico dei risparmiatori retail. Finora, però, tra le proposte dei numerosi forex broker manca la valuta della seconda potenza economica mondiale. Si tratta dello yuan (o renminbi) della Cina. Il problema è che Pechino non ha un mercato finanziario completamente liberalizzato e la sua valuta non è ancora pienamente convertibile. Quindi per fare contrattazioni sullo yuan è necessario rivolgersi a banche specializzate nelle movimentazioni di valute estere offshore, ma soprattutto sapere bene come muoversi.

Lo yuan non fluttua liberamente sui mercati internazionali e si muove all’interno di una banda di oscillazione. Nonostante ciò, lo yuan continua a rivalutarsi nei confronti del dollaro americano, tanto che nelle ultime settimane è riuscito a salire sui livelli più alti degli ultimi 19 anni a 6,2. Tuttavia, gli analisti finanziari ritengono che il cambio dollaro/yuan possa scendere in area 6 nella seconda parte del 2014. Secondo Hsbc, se lo yuan fosse scambiato liberamente sui mercati internazionali, diventerebbe subito la terza moneta con i maggiori volumi dopo il dollaro e l’euro.

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Ad ogni modo la banca d’affari britannica sottolinea che il governo cinese ha come prossimi obiettivi di medio-lungo periodo la piena convertibilità dello yuan e la sua funzione di valuta di riserva globale. Nel 2010 è stato fatto un primo passo in avanti con la creazione di un mercato forex dedicato al trading sullo yuan per investitori istituzionali. Di fatto esistono due valute: il renminbi “onshore” (sigla “Cny”, utilizzato solo nel mercato domestico) e il renminbi “offshore” (sigla “Cnh”, scambiato sulla piazza di Hong Kong e aperto anche agli investitori stranieri).

DOLLARO AI MINIMI DAL 1993 SULLO YUAN CINESE

Il modo più semplice per un risparmiatore retail di accedere all’investimento in yuan cinesi è farlo attraverso fondi comuni di investimento che puntano in asset cinesi, come titoli di stato e corporate bond. Il Nav, però, è espresso in dollari americani, per cui è necessario verificare se il fondo ha la copertura dal rischio-dollaro o se sfrutta l’eventuale apprezzamento dello yuan. Gli esperti consigliano un peso del 3-5% in un portafoglio ben diversificato.

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