Dove investire nel 2013 secondo Union Bancaire Privée

Il team degli specialisti di Union Bancaire Privée è convinto che il 2013 sarà un anno di ripresa dell’economia mondiale, sebbene non ci saranno identiche velocità. Stati Uniti e Cina vengono visti come i due player economici in grado di trainare l’economia mondiale nei prossimi anni. Dopo aver stimato una crescita del pil mondiale al 2,2% nel 2012, UBP si aspetta un miglioramento nei prossimi dodici mesi. Infatti, gli esperti della banca svizzzera stimano una crescita del pil mondiale del 2,4% nel 2013.

L’Eurozona viene vista ancora in recessione, ma in leggero miglioramento a -0,4% dal -0,6% stimato per fine 2012. Secondo UBP, gli Stati Uniti dovrebbero rallentare nel 2013: dopo il 2,1% di crescita del pil 2012 dovrebbe esserci una crescita dell’1,9% nel 2013. Peserà molto l’incognita del fiscal cliff, che potrebbe costare addirittura cinque punti di pil in caso di scenario peggiore. La Cina dovrebbe tornare a crescere a un ritmo del 7,5% dal 7,3% di quest’anno, ma i maggiori progressi potrebbero arrivare dall’India (+5,7% da +5,2%).

UBP ha diffuso in un report diverse idee di investimento per il 2013. Secondo Michel Girardin, responsabile della ricerca economica della banca elvetica, “la liquidità che le banche centrali immetteranno nel sistema andrà a favore del mercato azionario, che non è mai stato così interessante rispetto ai titoli di stato in termini di rendimento”. Insomma, l’esperto di UBP, come tra l’altro anche altri gestori internazionali, vedono di buon occhio l’investimento in borsa nel 2013. Secondo UBP sono da privilegiare le blue chip che generano cash flow regolari e che assegnano alti dividendi.

Piacciono molto anche le obbligazioni convertibili, in particolare quelle di società come Vinci, General Electric, Rwe, Linde e Bayer. Un’altra scommessa dal lato obbligazionario può essere quella dei bond di paesi emergenti. In particolare, piacciono i bond messicani. Secondo UBP sono da inserire in portafoglio, in ottica di diversificazione, anche i bond high yeld americani. Gli esperti della banca svizzera si aspettano poi un deprezzamento del dollaro americano, che consentirà all’oro di salire con maggiore facilità fino a un target di 2.000$ l’oncia.

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