Le ultime prospettive dei corporate bond

Il mercato globale dei corporate bond ha fatto registrare il maggior calo di questo mese di agosto, dopo che le società emittenti hanno scelto di ridurre al minimo i costi dei prestiti in questione: investire in bond societari e bancari con la crisi dell’euro può essere una soluzione molto valida per gli investitori, ma questi ultimi dati mettono in mostra una realtà ben precisa. Un caso emblematico, infatti, è quello di Siemens, che insieme a JP Morgan ha guidato le cessioni mensili (237,6 miliardi di dollari per la precisione), molto meglio rispetto a due anni fa, quando il mercato dei corporate bond riuscì a rinsaldarsi con una offerta da cinque miliardi.

I rendimenti in questione sono scesi a un livello davvero basso, vale a dire 3,72 punti percentuali, come confermato dalle stime di Bank of America. Le offerte sono aumentate dopo che le stesse emittenti sono riuscite a trarre vantaggio dalla domanda e dal forte ottimismo per quel che concerne il contenimento del debito da parte dei leader europei. I ritorni economici dei bond governativi, inoltre, sono stati letteralmente soppressi dalle banche centrali di tutto il mondo, in modo da agevolare la politica monetaria e stimolare la crescita.

A questo punto, una domanda sorge più che spontanea: su quali corporate bond puntare durante la crisi dell’euro? I due nomi fatti in precedenza possono essere due suggerimenti molto interessanti. Anzitutto, Siemens ha provveduto a vendere 3,3 miliardi di dollari in corporate bond denominati in sterline ed euro proprio nel corso della giornata di ieri: il rendimento scelto è di 2,75 punti percentuali per gli strumenti in sterline (tredici anni) e del 3,75% per gli altri (trenta anni). JP Morgan, invece, ha messo in vendita obbligazioni per 2,5 miliardi di dollari, con un ritorno economico del 2% e una scadenza quinquennale, una operazione che comunque risale a più di due settimane fa.

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