Investire in Brasile nei prossimi mesi è una buona scelta

obbligazioni-mercati-emergenti-real-brasile-rbsInvestire in Brasile è considerata una buona decisione vista l’economia in crescita del Paese sudamericano. Anche per quanto riguarda la moneta, nei prossimi mesi ci potrebbero essere dati interessanti per chi vuole investire. Queste sono le considerazioni che arrivano da un esperto del settore come Pierre Olivier, capo economista di Bnp Paribas.

Pierre Olivier considera i dati sull’outlook economico del Brasile per quanto riguarda diversi leading indicators che mostrano un rallentamento. E anche l’alto livello di inflazione, l’insufficiente sistema bancario e la scarsa competitività del costo del lavoro sono elementi presi in considerazione dall’esperto della banca francese. Una economia quella brasiliana che non sembra crescere come qualche anno fa. Olivier vede però anche altri elementi economici interessanti per gli investitori. L’aumento della spesa pubblica e dei consumi delle famiglie nei prossimi mesi sono due di questi. Il mercato del lavoro si prevede molto dinamico in un Paese che ha un tasso di disoccupazione del 5,2% a ottobre mentre a inizio 2009 era del 9%.

La situazione economica generale del Brasile invita quindi agli investimenti secondo Pierre Olivier. C’è attenzione al mercato valutario e al Real, la moneta del Brasile. Bisogna comprendere quale sarà l’impatto della politica brasiliana sul Real e considerare che il mercato valutario  è collegato alla questione del deficit estero dei diversi Paesi. L’indicatore dell’andamento del rendimento del capitale nei rispettivi Paesi, secondo Olivier, è sempre da tenere in considerazione soprattutto per il fatto che si è dimostrato come il migliore indicatore per quanto riguarda l’andamento del mercato valutario negli ultimi venti anni.

I fondi azionari e obbligazionari legati all’economia brasiliana

Ha senso in questo momento storico puntare sui titoli obbligazionari e azionari del Brasile? L’economia carioca è stata capace di dar vita nel corso del 2012 a una crescita molto rallentata (vedi anche I migliori Etf per puntare sull’economia brasiliana): la ripresa è però cominciata già in questi primi mesi del nuovo anno. I tassi di disoccupazione sono piuttosto contenuti e questo risultato si deve soprattutto alle riforme che sono state attuate negli ultimi anni. Un problema serio di cui tenere conto è quello dell’inflazione, visto che i livelli raggiunti sono un notevole ostacolo per quel che riguarda il potere d’acquisto dei consumatori.

I migliori Etf per puntare sull’economia brasiliana

Dopo diversi anni di forte crescita, per il Brasile il 2012 ha rappresentato l’anno della svolta: in effetti, la nazione sudamericana ha dovuto fare i conti con una battuta d’arresto di non poco conto da questo punto di vista (vedi anche Il Brasile punta sui bond denominati in dollari). Come se questo non bastasse, poi, la valuta ufficiale, il real, si è deprezzato di oltre dieci punti percentuali rispetto al dollaro, aumentando le preoccupazioni relative al paese. Ciò nonostante, questo ambiente sfavorevole non ha impedito di trovare degli aspetti positivi.

Come investire nei mercati emergenti nel 2013 secondo Comgest Am

I mercati emergenti non godono dello stesso appeal dei primi anni Duemila, ma restano comunque un’opportunità molto interessante secondo diversi gestori di fondi. Rispetto a qualche anno fa, complice anche il peggioramento del ciclo economico e la crisi dei paesi sviluppati, è necessario essere più selettivi e trovare solo quelle storie realmente valide sulle quali poi puntare con decisione in un’ottica di lungo periodo. Comgest Asset Management, casa di investimenti con sede a Parigi, si ispira a una filosofia di investimento à la Warren Buffett. Negli ultimi 30 anni ha investito solo in business credibili e trasparenti.

Consigli per investire nei mercati emergenti nel 2013

La maggior parte delle case d’affari è convinta che l’investimento nei paesi emergenti possa ancora sorridere agli investitori nel 2013. Sono davvero poche le voci fuori dal coro, come ad esempio Schroders che mantiene un atteggiamento molto prudente. La parola d’ordine resta la selezione, in quanto non tutti i paesi emergenti avranno gli stessi tassi di crescita e godranno dello stesso appeal degli investitori. Secondo Angelo Drusiani di Banca Albertini Syz, la posizione degli analisti non crea un fronte compatto nella view generale sui mercati emergenti.

Il Brasile punta sui bond denominati in dollari

Ci si sta chiedendo spesso ultimamente come investire nei paesi emergenti nel secondo semestre del 2012: ebbene, una opportunità è stata messa a disposizione oggi da uno dei cardini del gruppo Bric, il Brasile. Nel dettaglio, la nazione sudamericana ha provveduto a emettere 1,25 miliardi di dollari in titoli obbligazionari, per quella che è la prima vendita debitoria internazionale dallo scorso mese di gennaio. I bond in questione prevedono una scadenza nel 2023 (undici anni di durata per la precisione) e un rendimento iniziale pari a 2,625 punti percentuali, come annunciato in via ufficiale dal Dipartimento del Tesoro brasiliano.

Gavea avvia un fondo azionario da due miliardi di dollari

Gavea Investimentos, la compagnia finanziaria fondata dall’ex governatore della banca centrale brasiliana Arminio Fraga, sta approntando gli ultimi dettagli di un interessante fondo azionario: la società, la quale fa parte della vasta famiglia di JPMorgan Chase, ha fissato in due miliardi di dollari l’ammontare complessivo di questo strumento, denaro che servirà per acquisire titoli azionari di alcune aziende del Brasile. Le gestioni attuali di Gavea sono già ben predisposte, in questa occasione, invece, i beni di consumo sono stati individuati come il settore più opportuno su cui investire, visto che presenta ottime occasioni di profitto. Tra l’altro, come ha spiegato la stessa Gavea, la storia del consumo in Brasile è ben sviluppata grazie alla crescita del reddito, un trend che è destinato a continuare anche in futuro.

Investire sul Brasile: Ubs quota un nuovo bond strutturato

La focalizzazione degli investimenti finanziari sui principali paesi e mercati emergenti è una strategia che molti analisti suggeriscono a trader e risparmiatori per diversificare il portafoglio: ma si tratta davvero di una scelta così efficace? Il gruppo Bric (Brasile, Russia, India e Cina) rappresenta senza dubbio l’opzione più interessante in questo senso, in particolare per quel che concerne il Brasile. Quali sono gli investimenti più promettenti in relazione al paese sudamericano? Uno dei prodotti più recenti è stato quotato due giorni fa dalla svizzera Ubs, la quale ha scelto Borsa Italiana e EutoTlx per lanciare un titolo obbligazionario in grado di esporsi in questa specifica maniera. La denominazione precisa è quella di Ubs Paesi Emergenti 2021: si tratta, in pratica, di un titolo appartenente alla categoria “equity linked”, dunque è possibile partecipare in maniera attiva e importante a tutti i rialzi delle piazze finanziarie. Inoltre, il ritorno economico in questo caso è pari al 3,5% annuo come garanzia minima, mentre al momento della scadenza vi sarà una protezione totale del capitale nominale (100%).

Il Brasile impone una tassa del 6% sui bond internazionali

Il presidente brasiliano Dilma Rousseff ha deciso di inasprire l’imposizione fiscale relativa alle vendite di obbligazioni estere effettuate nel proprio paese: la nazione sudamericana è infatti solita applicare un’aliquota del 6% sulle cessioni di bond e prestiti internazionali, in particolare quelli che presentano una scadenza media superiore ai 360 giorni. Le compagnie coinvolte da tale disciplina hanno già provveduto a pagare il 5,38% in tal senso, ma i tributi non avevano finora ragione di esistere quando si trattava di operazioni che eccedevano i tre mesi. Secondo gran parte degli analisti e degli economisti del paese, la misura è volta a contenere il più possibile i prestiti stranieri, anche perché vi sono ingenti flussi di cassa dalle compagnie e dalle banche, i quali spiegano in parte il motivo per cui la banca centrale sta cercando di evitare a tutti i costi l’apprezzamento del real, la moneta locale.

Brasile: la fuga degli investitori sembra soltanto temporanea

La progressiva uscita di investitori internazionali dai mercati del Brasile è un fenomeno che sta interessando la nazione sudamericana da alcuni mesi: analisti ed economisti, comunque, hanno spiegato che si tratta di una situazione temporanea e provocata dall’atteggiamento dei manager finanziari, sempre più propensi a vendere titoli azionari locali e obbligazioni in modo da conquistare nuovi assets in altri paesi, tra cui le economie sviluppate. Lo stock exchange verdeoro, meglio conosciuto come BM&FBovespa, ha fatto sapere giusto due giorni fa che i ritiri finanziari da parte degli investitori ammontavano a circa 1,2 miliardi di reais (716 milioni di dollari) a febbraio. Non bisogna dimenticare, inoltre, che gli investitori stranieri rappresentano ben il 34% delle transazioni totali della borsa brasiliana, anche se, a dire la verità, solo due mesi fa la percentuale era leggermente più alta.

Fenice Investimenti, il nuovo fondo è focalizzato sul Brasile

Brasile e comparto immobiliare: sono questi due gli elementi che accomunano la focalizzazione del nuovo strumento lanciato da Fenice Investimenti, società di gestione elvetica e dotata di una propria indipendenza. Perché proprio il real estate e perché la nazione sudamericana? Il fondo in questione è il primo a investire in questo modo a livello globale, dopo una serie di assets piuttosto innovativi. Brazil Real Estate Fund, questa la denominazione precisa del prodotto in questione, osserva da vicino gli sviluppi di “Minha casa, minha vida”, il progetto immobiliare e residenziale che è stato varato da quasi due anni dall’ex presidente Lula e che l’attuale leader Dilma ha provveduto a confermare in blocco: nel dettaglio, si punta a rendere più veloce la crescita del paese con un progetto del cosiddetto “housing sociale che non ha precedenti in altre parti del mondo.

Fiera Milano perfeziona acquisto 75% Grupo Cipa

In linea con quanto già reso noto il 20 dicembre scorso alla comunità finanziaria, in data odierna, venerdì 28 gennaio 2011, Fiera Milano ha comunicato d’aver perfezionato l’operazione finalizzata all’acquisizione del 75% del capitale sociale dell’operatore brasiliano Grupo Cipa. Il prezzo complessivo di acquisizione è pari a 36,7 milioni di reais, corrispondenti a 16,2 milioni di euro circa. Di questi, 20,7 milioni di reais, pari a 9,1 milioni di euro circa, sono stati corrisposti da Fiera Milano in concomitanza con il perfezionamento dell’operazione di acquisizione, mentre i restanti 16,0 milioni di reais, pari a 7,1 milioni di euro circa, saranno pagati da Fiera Milano  nell’arco di tre anni in funzione dei target del MOL, il Margine Operativo Lordo, negli anni che vanno dal 2011 al 2013. In accordo con una nota ufficiale emessa da Fiera Milano, il Margine Operativo Lordo nel periodo è atteso a 6,8 milioni di reais, pari a 3 milioni di euro circa; nel caso in cui l’obiettivo del MOL non venisse raggiunto, l’importo differito di riferimento verrà ridotto in misura proporzionale.

Obbligazioni mercati emergenti: Real Brasile 8% di RBS

Per chi punta sulle obbligazioni ad elevato rendimento, a fronte di un adeguato profilo di rischio e di diversificazione del proprio portafoglio, da alcuni giorni sul mercato MOT, organizzato e gestito da Borsa Italiana S.p.A., è quotata “Real Brasile 8%”. Trattasi, nello specifico, di un titolo obbligazionario che, a fronte di un investimento minimo pari a 2.500 Real brasiliani, corrispondenti a circa 1.050 euro, offre un rendimento annuo dell’8% per tre anni, pagamento delle cedole con cadenza mensile, e scadenza fissata per il 26 ottobre del 2013. Trattasi quindi di un’obbligazione triennale in valuta ad alto rendimento, ragion per cui l‘investitore deve comunque tenere bene in conto il fatto che “Real Brasile 8%“, avente codice ISIN NL0009599489, è soggetta al rischio di cambio. “Real Brasile 8%” è stata emessa da RBS N.V., avente un rating “A+” attualmente assegnato dall’Agenzia di rating S&P, e paga le cedole, nonché il capitale rimborsato a scadenza, in base al corrente rapporto di cambio tra la moneta unica ed il Real brasiliano; in ogni caso per investire sull’obbligazione l’investitore non deve necessariamente andare ad aprire un conto in valuta estera.

Brasile, la tassa di Lula indebolisce il comparto obbligazionario

Il trading sulle obbligazioni a più lunga scadenza è divenuto una missione quasi impossibile in Brasile e questo per un motivo ben preciso: in effetti, Luiz Inacio Lula da Silva, presidente della nazione sudamericana, ha deciso di aumentare di oltre tre volte l’importo di una tassa sugli acquisti del debito carioca. Le conseguenze sono state immediate, con il trading giornaliero sui bond a tasso fisso che è crollato di ben 62 punti percentuali (il quantitativo esatto è pari a 172 milioni di real, vale a dire 110 milioni di euro circa), immediatamente dopo che lo stesso Lula ha provveduto a incrementare l’imponibile fiscale per la seconda volta in un mese. In contemporanea, il rendimento dei prodotti con scadenza nel 2021 è salito al suo massimo livello, battendo perfino le performance fatte registrare dai contratti futures del paese.