Seat Pagine Gialle: il taglio del rating mette a rischio i bond

La scure utilizzata da Standard & Poor’s contro Seat Pagine Gialle è stata più tagliente del previsto: l’agenzia americana di rating ha infatti deciso di apportare alcune modifiche importanti per quel che riguarda il giudizio di tipo corporate della spa torinese, un’operazione che ha avuto effetti letteralmente devastanti anche sul giudizio relativo ai prodotti finanziari della stessa compagnia editoriale. Che cosa è successo di preciso? L’agenzia newyorkese ha declassato il rating in questione da B a B-, entrambi corrispondenti a un investimento di tipo altamente speculativo, ma in questo caso ancora più vicino al rischio considerevole, quello in base a cui il debito può anche non essere pagato; di conseguenza, pure il titolo obbligazionario che è stato emesso da Lighthouse e che beneficia della garanzia della stessa Seat ha subito uno scossone importante, visto che la sua valutazione è passata anch’essa da B a B-, mentre il debito senior è leggermente più solido (attualmente è ancora pari a B).


Per quale motivo ci sono previsioni così pessimistiche? Standard & Poor’s, sussidiaria di McGraw-Hill, viene ritenuta l’agenzia di rating più affidabile in questo tipo di giudizi, dunque gli investitori devono monitorare in maniera costante la situazione del loro portafoglio nell’ipotesi di una focalizzazione su Seat; in particolare, però, la società guidata da Deven Sharma non è stata convinta dalle prospettive future della spa, con un outlook più negativo e un indebitamento piuttosto sotto pressione almeno fino al primo semestre del 2012.

Il default tra poco meno di due anni non è pertanto uno scenario così remoto e irrealizzabile. Seat, comunque, ha precisato che la cassa che è disponibile in questo momento, oltre alle possibilità di impiego delle varie linee di credito, renderanno poco influente l’effetto di riduzione del programma di cartolarizzazione del debito, ma non sono da escludere altri interventi più rassicuranti da parte del presidente Enrico Giliberti o dell’ad Alberto Cappellini.

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