Fiducia all’Italia da Deutsche Bank

Spagna in pericolo, ma l’Italia finalmente si distingue. Il Paese, già in crisi da prima che il caso Grecia impegnasse l’Eurotower, avrebbe aumentato l’indebitamento verso la Bce che si attesta a 316,3 miliardi di euro lordi, in rialzo dai 129,86 miliardi di euro di febbraio scorso. La cifra è il 28% dell’indebitamento lordo di tutti gli istituti di credito dell’Eurozona (che ammonta a 1.138 miliardi di euro).

L’indebitamento netto a febbraio scorso per quanto riguarda sempre gli istituti spagnoli era pari a 152,4 miliardi di euro che ora sono saliti a 227,6 miliardi di euro. I dati, anche in questo caso, erano più che prevedibili. L’andamento negativo dello spread e le continue difficoltà della Spagna insieme alla mancanza di riforme non potevano produrre risultati diversi e per la prima volta l’Italia non viene più messa a confronto con la Spagna, ormai in forte declino.

Perchè la Germania non è in crisi?

Con tutto il vociferare intorno a questa crisi dell’Eurozona, ci sono degli aspetti che rischiano di essere sottovalutati mentre invece meriterebbero le prime pagine dei telegiornali (che per il momento si guardano bene dal fare questo tipo di servizi). Grazie all’informazione libera del web però riusciamo sempre ad essere informati su praticamente tutto quello che succede nel mondo, anche se “ricomporre” il complicato puzzle della crisi e del rischio di recessione dell’Eurozona è veramente difficile.

In tutto questo, che posizione ha la Germania? Perchè è il punto di riferimento per l’Europa e perchè sembra che non sia in crisi? La risposta potrebbe benissimo essere dentro la domanda, più precisamente dentro la parola “sembra” che mette un grande interrogativo di fronte alla facciata che la Germania riesce a conservare di fronte a tutto il mondo.

Tata Motors: i bond sono i più rischiosi del settore automobilistico

Tata Motors Limited, colosso automobilistico indiano, vanta un record non certo invidiabile dal punto di vista finanziario: in effetti, il rischio collegato al debito del gruppo asiatico è uno dei più alti in assoluto per quel che concerne il settore di riferimento, a causa soprattutto della crescita delle vendite interne e del rallentamento pericoloso della rupia, due fattori che hanno potenziato l’outlook delle esportazioni. In pratica, si sta parlando dei Credit Default Swap, i contratti che indicano in maniera chiara e inequivocabile le probabilità di fallimento delle società. Nel dettaglio, il costo relativo agli swap quinquennali per assicurarsi contro i bond del gruppo di Mumbai è sceso di ben 171 punti base nel corso dello scorso mese di settembre, un declino che va inevitabilmente raffrontato con quello della General Motors (cinquanta punti base in meno) e della Renault (quarantasei punti per la precisione).

I rischi finanziari dell’Italia

Era il 18 febbraio del 2010, quindi non molto tempo fa, quando il premio Nobel per l’economia Robert Mundell azzardò un’ipotesi che, alla luce di quanto sta avvenendo in questi giorni, fa venire i sudori freddi: il declassamento di Standard & Poor’s al debito italiano fa tornare alla mente quella affermazione di un anno e mezzo fa, quando il nostro paese venne giudicato come la più seria minaccia per l’intera eurozona, anche perché, si diceva, il suo salvataggio finanziario sarebbe stato alquanto complicato. La preoccupazione, dunque, esisteva già da tempo, il default non è poi così remoto come sembra e i nostri titoli di Stato non sono al sicuro. Come devono comportarsi gli investitori di fronte a tutto questo?

Bank of America, disastroso il secondo trimestre 2011

Un secondo trimestre letteralmente da dimenticare: non ci sono altre definizioni per descrivere il periodo compreso tra marzo e giugno scorsi per quel che concerne la celebre banca statunitense Bank of America: in effetti, l’arco temporale in questione è stato caratterizzato da perdite e cali piuttosto pesanti per l’istituto newyorkese, con un totale negativo molto vicino ai nove miliardi di dollari (per la precisione sono stati 8,8). Che cosa è successo di così catastrofico per provocare una stima talmente imbarazzante? In fondo stiamo parlando di un gruppo piuttosto affermato e dalle dimensioni notevoli, visto che si possono contare ben seimila agenzie: il principale onere da registrare nel bilancio è stato però pari a venti miliardi di dollari, una somma che si riferisce all’intesa che è stata stipulata dalla stessa Bank of America per dar vita al risarcimento destinato agli ex clienti, i quali avevano sottoscritto dei titoli obbligazionari tossici garantiti proprio dalla compagnia americana.

Spread Btp-Bund: dove può arrivare

Nella giornata di oggi, martedì 2 agosto del 2011, si è nuovamente consumato in Italia, sui mercati azionari e su quelli obbligazionari, quello che oramai possiamo tranquillamente definire un pesante ed intenso attacco speculativo sia sulle banche, sia sui titoli del debito pubblico. Con un top a 385 punti base, il differenziale di rendimento tra i titoli italiani e quelli tedeschi, sulla curva a dieci anni, ha toccato il nuovo massimo storico dall’introduzione dell’euro. Trattasi di una situazione alquanto critica, che rischia di far nuovamente impennare i rendimenti delle prossime emissioni di titoli di Stato da parte del MEF, il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Col senno di poi possiamo dire che la recente manovra finanziaria triennale di correzione dei conti pubblici ha avuto un effetto nullo sul sentiment degli investitori che, in particolare, in questo momento preferiscono comprare i titoli di Stato della Germania e disfarsi invece dei titoli pubblici dei cosiddetti Paesi periferici dell’Eurozona.

Bond egiziani: rendimenti da record a causa delle proteste

Le obbligazioni dell’Egitto denominate in dollari hanno subito un calo piuttosto consistente nel corso di questa settimana, declino che ha provocato il rialzo dei rendimenti fino a livelli da record: si tratta della conseguenza economica principale delle forti proteste che stanno purtroppo caratterizzando il paese africano, in cui divampano le manifestazioni contro il presidente Hosni Mubarak. Fitch è già pronta a tagliare il rating della nazione (da “stabile” a “negativo”), dunque le prospettive sono tutt’altro che incoraggianti. I bond in questione sono quelli che scadranno nel 2020: il loro rendimento è cresciuto di ben 47 punti base, fino all’attuale 6,78%, percentuale che identifica un rischio di default molto alto.

Il Portogallo non perde tempo e avvia le vendite finanziarie

Il governo del Portogallo ha provveduto a vendere titoli a sei mesi proprio nel corso della giornata odierna; non si tratta comunque di una semplice cessione, visto che la nazione lusitana è il primo paese tra quelli europei che presentano alti deficit di bilancio a verificare la domanda di investimento nel 2011, dopo la grave minaccia di default che ha costretto la Grecia e l’Irlanda a tentare la carta del salvataggio finanziario lo scorso anno. L’agenzia del debito governativo di Lisbona, meglio conosciuta con l’acronimo Igcp (Instituto de Gestão da Tesouraria e do Crédito Público), ha infatti messo all’asta 500 milioni di euro di strumenti che potranno essere pagati nuovamente a luglio. In questo modo, il relativo rendimento è salito fino al 3,68% dal precedente 2,04% che si riferiva alla vendita di settembre, quando gli ordini degli investitori furono 2,6 volte superiori a quanto offerto.

L’Illinois rischia il default: Wall Street può essere la soluzione

Se la situazione dei bond municipali statunitensi è come quella che sta attualmente vivendo lo stato federale dell’Illinois, allora c’è poco da essere allegri: lo stato americano, noto soprattutto per la città di Chicago, sta infatti tentando in tutti i modi di evitare il rischio di una bancarotta, evento che sarebbe a dir poco dannoso per l’economia interna. Per il momento, in questa regione così importante del Midwest non si vuole sentire parlare nella maniera più assoluta di default, quindi la proposta più gettonata e facilmente percorribile è quella del ricorso al New York Stock Exchange. Cosa può fare in tal senso Wall Street? La borsa a stelle e strisce dovrebbe ricevere i conti in sofferenza messi in vendita dallo stesso Illinois e in cambio potrebbe mettere a disposizione dello stato denaro contante.

Seat Pagine Gialle: il taglio del rating mette a rischio i bond

La scure utilizzata da Standard & Poor’s contro Seat Pagine Gialle è stata più tagliente del previsto: l’agenzia americana di rating ha infatti deciso di apportare alcune modifiche importanti per quel che riguarda il giudizio di tipo corporate della spa torinese, un’operazione che ha avuto effetti letteralmente devastanti anche sul giudizio relativo ai prodotti finanziari della stessa compagnia editoriale. Che cosa è successo di preciso? L’agenzia newyorkese ha declassato il rating in questione da B a B-, entrambi corrispondenti a un investimento di tipo altamente speculativo, ma in questo caso ancora più vicino al rischio considerevole, quello in base a cui il debito può anche non essere pagato; di conseguenza, pure il titolo obbligazionario che è stato emesso da Lighthouse e che beneficia della garanzia della stessa Seat ha subito uno scossone importante, visto che la sua valutazione è passata anch’essa da B a B-, mentre il debito senior è leggermente più solido (attualmente è ancora pari a B).

Spread Bund BTP: come valutare il rischio di default

Flag-Pins-Italy-GermanyLo Spread Bund BTP può essere considerato sicuramente uno degli elementi più importanti e utili nel mondo degli investimenti: si tratta essenzialmente del differenziale di rendimento tra il Bund tedesco, appunto e il nostro Buono del Tesoro Poliennale, dunque due titoli di stato che presentano entrambi una scadenza a dieci anni. L’importanza di tale strumento risiede in particolare nella possibilità di valutare il momento in cui un determinato evento, come ad esempio un rischio di default, sta per riversarsi sui mercati. Un tipico comportamento dello spread è il seguente: quando quest’ultimo tende, per così dire, ad allargarsi e ad aumentare, questo è il chiaro segnale che sul mercato in questione sono tornati ad aleggiare i timori degli investitori internazionali. Il 2009 dello Spread Bund BTP è stato caratterizzato da una volatilità non troppo eccessiva, in particolare negli ultimi mesi dell’anno, quando sono giunte le notizie circa le difficoltà economiche di paesi come Grecia, Spagna e Regno Unito.