Bank of America, disastroso il secondo trimestre 2011

Un secondo trimestre letteralmente da dimenticare: non ci sono altre definizioni per descrivere il periodo compreso tra marzo e giugno scorsi per quel che concerne la celebre banca statunitense Bank of America: in effetti, l’arco temporale in questione è stato caratterizzato da perdite e cali piuttosto pesanti per l’istituto newyorkese, con un totale negativo molto vicino ai nove miliardi di dollari (per la precisione sono stati 8,8). Che cosa è successo di così catastrofico per provocare una stima talmente imbarazzante? In fondo stiamo parlando di un gruppo piuttosto affermato e dalle dimensioni notevoli, visto che si possono contare ben seimila agenzie: il principale onere da registrare nel bilancio è stato però pari a venti miliardi di dollari, una somma che si riferisce all’intesa che è stata stipulata dalla stessa Bank of America per dar vita al risarcimento destinato agli ex clienti, i quali avevano sottoscritto dei titoli obbligazionari tossici garantiti proprio dalla compagnia americana.

Non è andata meglio nemmeno alle attività; nel dettaglio, il volume complessivo è risultato anch’esso in deciso declino, con oltre dieci punti percentuali che sono stati persi rispetto a quanto stimato nel 2010, mentre il calo è giunto fino al 2% per quel che concerne il raffronto con il primo trimestre di quest’anno. Non sono affatto buone notizie per i mercati, dato che l’istituto rappresenta uno dei più a rischio in relazione ai possibili default futuri, con evidenti conseguenze per quel che riguarda il contagio economico.

Inoltre, non bisogna dimenticare che stiamo parlando della banca più importante di tutti gli Stati Uniti: la concorrenza delle principali rivali è agguerrita e apertissima, come ad esempio quella di JP Morgan, o anche quella di Morgan Stanley e Goldman Sachs. La capitalizzazione, infine, si è attestata sui cento miliardi di dollari, abbastanza lontano da quanto registrato da JP Morgan a causa dello scarto in tema di attivi.

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