Il rating irlandese rimane basso, ma l’asta dei bond va a gonfie vele

Standard & Poor’s ha espresso un giudizio non troppo lusinghiero per quel che riguarda l’economia dell’Irlanda: si è trattato, in effetti, di un vero e proprio downgrade del rating del debito sovrano, ma tutto ciò non sembra aver preoccupato più di tanto la nazione britannica, se è vero come è vero che il mercato ha reagito più che bene, in particolare con una convincente asta caratterizzata da ben 600 milioni di euro. La cifra è di tutto rispetto, visto che la domanda in questione è risultata pari a circa dieci volte l’offerta relativa ai titoli di Stato a sei mesi, mentre il rapporto è di uno a quattro per quel che concerne gli otto mesi. In pratica, si è data poca fiducia al taglio praticato dall’agenzia statunitense: che cosa è successo di preciso? Da New York sono giunte notizie poco incoraggianti, dato che il rating irlandese è stato portato da un giudizio AA a un giudizio AA-, entrambi ricompresi nell’ambito dell’ottima affidabilità, ma nel secondo caso tendono ad aumentare le percentuali di default e si è proprio al limite estremo del grado di investimento.


Anche l’outlook è negativo, come conseguenza del raggiungimento del rating più basso da quindici anni a questa parte. Le previsioni, inoltre, mettono in luce come Dublino sia costretta a pagare oltre novanta miliardi di euro per far fronte alla difficile situazione che stanno vivendo le banche interne.

Tornando al già citato collocamento dei titoli, bisogna aggiungere che duecento milioni di euro sono stati destinati agli strumenti a sei mesi, mentre i restanti quattrocento milioni a quelli ad otto; i rendimenti sono giunti fino a quota 1,98% e 2,35%, in deciso calo. Il governo irlandese si è scagliato con veemenza contro la valutazione di Standard & Poor’s, tanto che l’outlook è stato definito come “lacunoso” e lo scenario bancario “estremo”, mettendo a tacere l’ottimismo con questa importante asta.

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