Torna la tensione sui differenziali, Spagna sopra Irlanda

Cambio di rotta per il mercato dei titoli di Stato; dopo un’apertura positiva dell’azionario a cui è seguita una riduzione dei differenziali in Eurozona gli investitori cambiano opinione sul post-elezioni in Grecia e torna la sfiducia.

Il differenziale sale ancora e la situazione peggiore si registra in Spagna sui Bonos, seguiti dai titoli di Stato Irlandesi. Dopo l’euforia per aver sventato l’uscita dall’area Euro gli investitori tirano un respiro di sollievo, visto che le conseguenze di una spaccatura interna alla Moneta Unica erano imprevedibili. Tuttavia ora si guarda al futuro che se questa mattina sembrava sostenibile ora spaventa i mercati.

Lottomatica pronta a sbarcare in Irlanda?

La questione Irlandese pur essendo delicata è ben distante dalla situazione della Grecia; per quanto il Paese sia ora in difficoltà e lo sciopero Generale di qualche giorno fa’ ha aggravato la situazione, sembra che il Governo riesca ancora a prendere decisioni importanti e volte al riacquisto della fiducia e della stabilità. I 90 miliardi di debito presso il Fondo Monetario Internazionale sono una “zavorra” notevole per la ripresa, ma l’intenzione è sicuramente quella di uscire a testa alta da questo periodo difficile e lo dimostra la presa di posizione di oggi. Il Governo ha deciso di privatizzare la lotteria; da questa operazione vuole ricavare circa 600 milioni di euro per affidare in gestione tramite appalto tutto il sistema delle lotterie.

Sciopero Generale in Irlanda

Degenera la situazione in Irlanda; dopo l’approvazione delle nuove misure di austerità i cittadini sono scesi in Piazza a migliaia. Più della metà degli interessati hanno già annunciato che non pagheranno la nuova tassa sulla casa, dopo che la pressione fiscale è arrivata a livelli insostenibili ed i posti di lavoro si sono ancora ridotti. La crisi è tangibile nel Paese ed i numeri parlano chiaro; 4.6 milioni di irlandesi hanno sofferto per la crisi finanziaria ed ora non riescono più a ripagare il debito presso il Fondo Monetario Internazionale di 90 miliardi di dollari.

La situazione era già critica da mesi, ma ora sembra che la popolazione sia unanime nel manifestare il proprio malcontento, cosa che invece prima non capitava; anche se la situazione era già difficile i “focolai” di protesta erano piccoli e diffusi, mentre ora a scendere in Piazza è un intero Paese, inneggiando slogan contro il Governo e sopratutto contro le Banche.

L’Irlanda sarà il primo paese europeo a emettere sukuk?

Il ministero delle finanze irlandesi sembra pronto a una iniziativa che sta già dividendo i punti di vista: la nazione nordeuropea è una di quelle maggiormente invischiate nella crisi economica dell’eurozona, dunque è praticamente scontato che si stiano percorrendo tutte le direzioni possibili per uscire da queste difficoltà. Una di queste direzioni risponde al nome di sukuk, i titoli obbligazionari islamici, uno strumento praticamente sconosciuto per quel che concerne il Vecchio Continente. In effetti, se le indiscrezioni dovessero essere confermate, l’Irlanda sarebbe il primo paese europeo a emettere un bond di questo tipo. La tipica caratteristica dei sukuk è l’armonizzazione tra il rischio e il rendimento, con una serie di flussi di cassa che sono rispettosi dei dettami della legge della Sharia.

BlueBay acquisirà altri bond governativi dell’Irlanda

BlueBay Asset Management, società londinese in grado di gestire assets per ben 39 miliardi di dollari, è in prima linea per l’acquisizione dei bond governativi irlandesi: il pessimismo che aleggia attorno alle finanze del paese britannico è ormai alle stelle e ha raggiunto delle proporzioni davvero irreali, ragioni per cui la compagnia ha deciso di intervenire in questo senso. La stessa BlueBay, comunque, ha voluto mantenere le proprie holding anche nei titoli del Portogallo, ma a livelli più bassi rispetto a quelli previsti dagli indici benchmark, anche perché l’economia lusitana non è attualmente capace di concorrere nemmeno a livello continentale. Gli acquisti in questione sono stati avviati subito dopo che il governo di Dublino ha annunciato che non vi sarà alcun tipo di penalizzazione nei confronti di coloro che hanno investito nel debito delle banche irlandesi

Irlanda: il ministro Lenihan avverte gli obbligazionisti senior

Il ministro delle Finanze irlandesi, Brian Lenihan, non ha usato mezzi termini per descrivere la situazione in cui versano i bond della nazione nordeuropea: il suo principale avvertimento è andato soprattutto agli obbligazionisti senior dei titoli bancari, i quali dovranno condividere tutte le paure collegate al salvataggio finanziario di Dublino. Come se non bastasse, l’ingresso di un nuovo esecutivo potrebbe mietere ulteriori “vittime” dal punto di vista economico. Le elezioni sono previste per il prossimo 25 febbraio e l’impegno di Fianna Fail, il partito dell’attuale premier Brian Cowen, è quello di rinegoziare completamente l’accordo di sostegno da 67,5 miliardi di euro lanciato da Ue e Fmi. Perché questi obbligazionisti godono di una protezione così bassa?

Irlanda, occhi puntati sui futures sui Bund a dieci anni

John Kenneth Galbraith, economista di fama internazionale nonché personaggio molto influente nella politica statunitense degli anni Sessanta, era solito dire che gli irlandesi non possono essere annoverati tra gli economisti di successo: la situazione finanziaria che vive la nazione nordeuropea potrebbe dar forse ragione a Galbraith, ma qualcosa sembra smuoversi nelle verdi colline del paese. Mentre la Banca Centrale Europea sta intensificando le politiche di exit strategy dalla crisi, fattore che ha influenzato gran parte dei mercati dell’eurozona, i contratti future sulle obbligazioni a lunga scadenza di molti paesi non collimano affatto con i dati reali del sistema economico.

Anglo Irish Bank, offerto uno scambio debito-obbligazioni

Anglo Irish Bank rappresenta una delle maggiori banche statali irlandesi, nonché il simbolo della difficile situazione finanziaria che sta vivendo la nazione nordeuropea; c’è comunque una novità di rilievo per gli investitori, visto che l’istituto di Dublino ha offerto uno scambio di 1,6 miliardi di euro del debito subordinato per delle nuove obbligazioni quotate venti centesimi l’una. Pertanto, i detentori di questi bond avranno a disposizione titoli con scadenza nel 2011 e garantiti dal governo. Secondo gli analisti, l’Irlanda sta chiaramente cercando di conseguire una forte partecipazione in questo caso, dato che l’unica altra alternativa possibile e percorribile è quella del processo penale.

Il rating irlandese rimane basso, ma l’asta dei bond va a gonfie vele

Standard & Poor’s ha espresso un giudizio non troppo lusinghiero per quel che riguarda l’economia dell’Irlanda: si è trattato, in effetti, di un vero e proprio downgrade del rating del debito sovrano, ma tutto ciò non sembra aver preoccupato più di tanto la nazione britannica, se è vero come è vero che il mercato ha reagito più che bene, in particolare con una convincente asta caratterizzata da ben 600 milioni di euro. La cifra è di tutto rispetto, visto che la domanda in questione è risultata pari a circa dieci volte l’offerta relativa ai titoli di Stato a sei mesi, mentre il rapporto è di uno a quattro per quel che concerne gli otto mesi. In pratica, si è data poca fiducia al taglio praticato dall’agenzia statunitense: che cosa è successo di preciso? Da New York sono giunte notizie poco incoraggianti, dato che il rating irlandese è stato portato da un giudizio AA a un giudizio AA-, entrambi ricompresi nell’ambito dell’ottima affidabilità, ma nel secondo caso tendono ad aumentare le percentuali di default e si è proprio al limite estremo del grado di investimento.

Cds: per Italia e Irlanda premi più alti sull’eventuale default

Come è noto, la piazza finanziaria in cui vengono scambiati i Credit Default Swap (conosciuti anche con l’acronimo Cds) fornisce una panoramica chiara e precisa sull’andamento delle diverse obbligazioni governative e, in particolare, dei premi assicurativi collegati alla loro ipotetica insolvenza: ebbene, i due paesi che si sono caratterizzati maggiormente per quel che concerne le coperture più forti dal rischio di fallimento sono l’Irlanda e l’Italia. Che cosa rischiano realmente le due nazioni europee? Le performance non sono state delle migliori: il premio del nostro paese ha subito un rialzo molto vicino ai sette punti percentuali, giungendo fino a quota 167,65 punti, mentre l’Irlanda si è attestata a 264,7 punti (+6,13%). Si tratta di cifre importanti, le quali sottintendono, almeno ne caso italiano, il versamento di una quota pari a 167.000 euro per ottenere l’assicurazione di ben dieci milioni di titoli di Stato.

Irlanda: la situazione finanziaria potrebbe cancellare le aste dei titoli

irish-flagTra i cosiddetti paesi PIGS, l’Irlanda è forse quello di cui si parla di meno, ma il mondo degli investimenti deve fare attenzione a ciò che accade nella piccola repubblica; in effetti, come è stato annunciato pubblicato dalla National Treasury Management Agency (si tratta dell’agenzia che gestisce gli assets e le disponibilità finanziarie del governo di Dublino e che è conosciuto anche con l’acronimo Ntma), la “verde” nazione è pronta a eliminare del tutto l’emissione dei propri titoli di Stato che è in programma per il prossimo 15 maggio. Cosa ha spinto l’esecutivo irlandese a porre in essere un’iniziativa di questo tipo? Anzitutto, occorrerà ancora attendere queste due settimane che ci separano dall’effettiva data prevista per l’asta in questione, poi si procederà a valutare con la massima attenzione e cura quali saranno le condizioni di mercato di quel momento.