Telecom Italia, a difesa del Gruppo e dei propri azionisti, sta portando avanti in Argentina una vera e propria battaglia contro i provvedimenti della locale Autorità Antitrust, la quale con dei provvedimenti vuole in pratica dettare l’agenda del colosso telefonico italiano in materia di asset detenuti in Telecom Argentina S.A.. In pratica, l’organo regolatore argentino vuole costringere a colpi di risoluzioni Telecom Italia a vendere le proprie partecipazioni con il conseguente rischio di una non idonea valorizzazione degli asset stessi. Di conseguenza Telecom Italia, con una nota emessa in data odierna, ha annunciato d’aver impugnato il provvedimento, ed in particolare la risoluzione numero 1/2010 della Comisión Nacional de Defensa de la Competencia in virtù del fatto che, tra l’altro, la società telefonica italiana è estranea alle violazioni che le sono state imputate, ragion per cui ogni decisione assunta dall’Autorità argentina viene giudicata da Telecom Italia sia iniqua, sia illegittima.
Conto di deposito Santander: come funziona
Tra le offerte di conti di deposito remunerati sottoscrivibili in Italia, oltre al Conto Arancio di Ing Direct, Contoconto di Banca Carige e Rendimax di Banca Ifis, c’è anche il Conto Santander di Santander Consumer Bank, che offre, in linea con quanto permette un prodotto finanziario di questo tipo, massima flessibilità, sicurezza e semplicità. Attualmente, il Conto Deposito Santander è offerto ad un tasso lordo del 2,50%, corrispondente ad un netto dell’1,83% togliendo la ritenuta fiscale che, lo ricordiamo, è pari al 27%. Il prodotto, al tasso indicato, fermo restando le variazioni di mercato che ci possono essere sui tassi, viene offerto senza l’applicazione di un periodo promozionale, ragion per cui il tasso offerto rimane tale fino a revoca. La capitalizzazione degli interessi è trimestrale, così come l’estratto conto, sempre con cadenza trimestrale, è gratuito.
Bot a tre mesi: il rendimento si azzera
L’asta di Buoni Ordinari del Tesoro disposta ieri dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha sancito come i titoli a scadenza trimestrale, considerando la ritenuta fiscale, al 12,5%, e le commissioni bancarie, offrano oramai un rendimento nullo. Nel collocamento di ieri, infatti, i titoli pubblici sono stati collocati con un rendimento lordo dello 0,37% il che significa che, tolta la ritenuta fiscale, si arriva, senza considerare i millesimi, allo 0,32% netto; a questo tasso netto occorre poi togliere anche la commissione bancaria che, in passato, in corrispondenza di tassi di interesse così bassi, ha comportato a carico degli investitori anche un onere che superava l’interesse percepito sull’investimento. Come diretta conseguenza, il Ministero dell’Economia e delle Finanze nei mesi scorsi ha provveduto ad emanare un Decreto grazia al quale togliendo la ritenuta e le commissioni bancarie il rendimento per l’investitore può essere al più nullo ma mai negativo.
Risparmio gestito: le incertezze del 2010 secondo Assogestioni
Il 2009 del risparmio gestito ha avuto un andamento che si addice maggiormente a un ottovolante, a causa dei numerosi rialzi e improvvisi ribassi: Assogestioni, l’associazione italiana che si occupa proprio di questo comparto, ne ha svelato con le sue statistiche l’evoluzione attuale, la quale però deve fare i conti con una prospettiva futura ricca di incertezze. Nel mese di dicembre 2009, la raccolta complessiva ammontava a 1,6 miliardi di euro: ma esattamente un anno fa, i vari mesi di deflussi e di fuga dei risparmiatori avevano perfino fatto pensare a una chiusura dei battenti dei fondi italiani. Al giorno d’oggi, i gestori sostengono di aver varato una gestione finalmente positiva, col 43% dei prodotti del nostro paese che hanno superato il benchmark di riferimento. A cosa sono dovute allora le incertezze? I buoni risultati del risparmio gestito sono stati favoriti dalle politiche espansive delle banche centrali, però, a questo punto, la sostenibilità dei recuperi rimane a rischio e vi sono anche diversi analisti che parlano di performance che si ripeteranno con difficoltà.
Conti remunerati e pronti contro termine: le differenze
Proprio in data odierna il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha collocato Buoni Ordinari del Tesoro trimestrali con un tasso lordo che, al netto delle tasse e delle commissioni bancarie, sono ridotti praticamente a zero. Di conseguenza, in questa fase di mercato caratterizzata da rendimenti ridotti all’osso per i titoli pubblici, i risparmiatori che dal proprio capitale vogliono ottenere una remunerazione degna di questo nome, ma che nello stesso tempo non vogliono correre rischi, sono costretti ad orientare l’attenzione su alti prodotti finanziari che presentano allo stesso modo un grado di rischio molto basso. Due tra questi sono di sicuro i conti di deposito remunerati ed i pronti contro termine, per i quali occorre comunque tener presente sia i vincoli, sia i livelli di tassazione. I conti di deposito remunerati, infatti, pur non essendo dei conti correnti veri e propri, presentano sul rendimento lordo offerto una tassazione del 27%, il che significa che un conto di deposito remunerato all’1% lordo annuo rende al netto lo 0,73% nei dodici mesi.
Risparmio postale: prodotti sempre garantiti dallo Stato
Quello postale in Italia è una tra le forme di risparmio più diffuse tra le famiglie e tra i risparmiatori, e ciò nonostante i rendimenti offerti non siano oramai quelli di un tempo. La ragione per cui i depositi alla posta, unitamente alla sottoscrizione di buoni fruttiferi e di libretti a risparmio, nominativi o al portatore, continuano a registrare un’ampia diffusione tra la popolazione italiana, è dovuta principalmente ed essenzialmente alle garanzie ed alla sicurezza offerte da questi prodotti. La maggioranza del capitale di Poste Italiane, infatti, è posseduta dal Ministero dell’Economia e Finanze, il che significa che sui prodotti c’è la massima tutela pubblica, ovverosia quella offerta dallo Stato.
Gruppo Credem: gli obiettivi del triennio 2010 – 2012
Per il 2010 – 2012, il Gruppo Credem punta sia ad incrementare in termini numerici i clienti, sia ad aumentare le proprie quote di mercato; e per farlo, in accordo con quanto ha reso noto la Banca, che al riguardo ha presentato le linee guida triennali, il Credito Emiliano punta e punterà sia sullo sviluppo, sia sulla solidità focalizzando la propria attenzione sui servizi alla clientela, sul risparmio gestito, e sull’assistenza alle piccole e medie imprese, rimanendo loro vicine; il tutto mantenendo dei ratio patrimoniali ed una qualità del credito eccellente. Il piano triennale è stato messo a punto in modo tale che nel 2012, in termini di utile netto consolidato, si arrivi a 206,3 milioni di euro, mentre a livello di struttura la Banca prevede di avere una struttura distributiva composta da ben 559 filiali a fronte di 5.600 dipendenti e 948 promotori finanziari operanti con mandato; in più a fine 2012 sono previsti 77 negozi finanziari e 44 centri imprese.
Obbligazioni convertibili Creval: in Borsa i diritti non esercitati
Partirà mercoledì prossimo, 13 gennaio 2010, per concludersi il 19, sempre del corrente mese, il periodo di offerta in Borsa dei diritti di opzione non esercitati nell’ambito della recente offerta in opzione di obbligazioni convertibili con warrant del gruppo bancario Credito Valtellinese che, lo ricordiamo, si è chiusa con pieno successo visto che le adesioni si sono attestate al 99,30%. A darne notizia in data odierna è proprio l’Istituto di credito nel far presente che l’ammontare dei diritti riofferti in Borsa è pari a 1.452.850 e corrispondenti alla sottoscrizione di 58.114 Obbligazioni Convertibili della Banca per un controvalore pari a 4.358.550 euro. Nel dettaglio, per tramite di Centrosim, i diritti saranno riofferti in Borsa nelle sessioni dei giorni 13, 14, 15, 18 e 19 del corrente mese di gennaio 2010. Nella prima seduta del periodo di riofferta dei diritti, sarà offerto l’intero quantitativo di inoptato, mentre in quelle successive saranno offerti i diritti che eventualmente non saranno collocati nelle sessioni precedenti.
Buoni fruttiferi: nuove serie gennaio 2010
La Cassa Depositi e Prestiti, per il mese di gennaio 2010, ha comunicato le nuove serie di buoni fruttiferi postali, identificabili con le sigle “P28”, “16J”, “M43”, “I48”, “D01” e “B63”, mentre non risultano essere più sottoscrivibili le serie “P27”, “16I”, “M42”, “I47”, “1Z8” e “B62”. Tra le nuove serie, per chi vuole investire i risparmi mettendoli al sicuro con un’ottica di breve termine, è interessante la serie “D01”, che corrisponde al “Buono BFPDiciottomesi“, il cui tasso, per una durata dell’investimento pari a 18 mesi, è crescente da semestre a semestre; nel dettaglio, il tasso è pari allo 0,55% per il primo semestre ma passa allo 0,85% nel secondo per poi balzare all’1,25% nel terzo ed ultimo semestre di durata del buono fruttifero postale.
Titoli di Stato: Btp in asta il 13 gennaio 2010
E’ fissata per mercoledì prossimo, 13 gennaio 2010, un’asta di Buoni del Tesoro Poliennali disposta dal Ministero dell’Economia e delle Finanze per importi complessivi che oscillano dai 7 miliardi di euro nominali agli 8,75 miliardi di euro nominali. Nel dettaglio, per mercoledì prossimo, 13 gennaio 2010, è prevista un’asta Buoni del Tesoro Poliennali in corso di emissione, e quindi offerti rigorosamente in prima tranche, per un importo nominale minimo di quattro miliardi di euro e massimo di cinque miliardi di euro; trattasi, nello specifico, della prima tranche dei Btp con decorrenza 15 gennaio 2010 e scadenza il 15 aprile 2015; la prima cedola scade quindi il 15 aprile 2010, ed al riguardo il Ministero dell’Economia e delle Finanze precisa che questa sarà pari allo 0,741758% lordo, che rappresenta il rateo maturato dal Btp nell’arco dei 90 giorni su un semestre composto da 182 giorni.
Hedge found: il rapporto del Joint Forum fissa i nuovi paletti
Ci sono delle novità in vista per il mondo degli hedge found e i loro investitori: è infatti prevista l’introduzione di requisiti minimi di capitale, l’obbligo di fornire informazioni finanziarie alle autorità per l’identificazione dei potenziali rischi sistemici e l’applicazione di standard normativi per la gestione del rischio finanziario. Questi paletti sono stati fissati dall’ultimo rapporto del Joint Forum, l’organismo che riunisce le voci del Comitato di Basilea per la supervisione bancaria, dello Iosco (autorità dei mercati mobiliari) e dello Iais (autorità di supervisione del mercato assicurativo): c’è da ricordare che si tratta di uno strumento finanziario che deve uscire dall’occhio del ciclone, dopo le accuse di essere stato uno dei principali responsabili della crisi economica globale. Il rapporto in questione, intitolato “Review of the differientiated nature and scope of financial regulation” ha l’obiettivo di ridurre al minimo i rischi di investimento; in questo senso, oltre alle varie raccomandazioni sulle regole da adottare per gli hedge found, esso contiene anche dei consigli sugli standard minimi da adottare quando si concedono mutui residenziali.
Nasdaq 100: scommettere sull’indice con gli Etf
In America i titoli appartenenti di norma al settore tecnologico fanno parte del Nasdaq, un indice azionario che negli ultimi due decenni ha rappresentato la croce ma anche la delizia di chi ha investito nel momento giusto ritrovandosi poi dopo qualche anno con un capitale che, per i più fortunati, si è rivalutato anche di dieci o venti volte. Ma ci sono stati anche investitori che, nel periodo della scoppio della bolla sui titoli Internet, nel 2000, hanno molto spesso perso tutto o quasi a causa di un declino rapido e generalizzato delle quotazioni dopo che questi titoli avevano raggiunto dei multipli insostenibili. Questo per dire che investire su un singolo titolo del Nasdaq può rappresentare un’opportunità ma anche un grande rischio, mentre investire su un paniere di titoli, meglio ancora se questi sono ad elevata capitalizzazione, comporta sempre un rischio ma comunque decisamente più basso rispetto invece a scommettere su una singola azione.
Conto Corrente Arancio: zero canone e zero imposta di bollo
In Italia gli investitori, i risparmiatori e comunque tutti coloro che vogliono gestire i propri risparmi ed i flussi di denaro attraverso il canale bancario, hanno la possibilità di aprire numerosi conti correnti a basso costo proposti da altrettanto numerosi istituti di credito. Tra queste tipologie di conti correnti “low cost”, uno appare avere costi e condizioni imbattibili, visto che è a zero costi ed a zero spese a partire proprio dall’imposta di bollo, che allo stesso modo è a carico della banca emittente con un risparmio pari ad oltre trenta euro all’anno, e per la precisione, in base alla tassazione vigente, 34,20 euro. Il conto in questione è il “Conto Corrente Arancio” che, come accennato, prevede zero canone, imposta di bollo gratuita, prelievi gratuiti in tutta Europa e carta Bancomat e Visa Oro allo stesso modo gratis; in particolare, l’imposta di bollo è gratuita o mantenendo sul conto una giacenza media trimestrale pari ad almeno tremila euro, oppure accreditando sul conto mensilmente lo stipendio o la pensione.
Bbva colloca un covered bond settennale da 2 miliardi
Bbva (Banco Bilbao Vizcaya Argentaria), noto gruppo bancario multinazionale spagnolo, ha deciso di collocare un covered bond (in Spagna vengono chiamati cedulas hipotecarias) a sette anni, per un importo totale di 2 miliardi di euro: la collocazione è avvenuta in appena tre ore, come ha reso noto lo stesso istituto, con un prezzo di 55 punti base sul midswap corrispondente. Si tratta senza dubbio della maggiore emissione da parte di un gruppo finanziario iberico negli ultimi 18 mesi: in proposito, sono pervenute oltre 135 richieste da parte di investitori istituzionali, richieste che hanno ampiamente superato la disponibilità. Dunque, se il 2009 si è caratterizzato come l’anno dei corporate bond europei, sembra proprio che questo 2010 voglia invece privilegiare il mercato dei covered bond continentali: questa settimana, infatti, non ha visto soltanto l’importante emissione spagnola che abbiamo appena descritto, ma anche quella di BNP Paribas.