Conti remunerati e pronti contro termine: le differenze

pronti-contro-termineProprio in data odierna il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha collocato Buoni Ordinari del Tesoro trimestrali con un tasso lordo che, al netto delle tasse e delle commissioni bancarie, sono ridotti praticamente a zero. Di conseguenza, in questa fase di mercato caratterizzata da rendimenti ridotti all’osso per i titoli pubblici, i risparmiatori che dal proprio capitale vogliono ottenere una remunerazione degna di questo nome, ma che nello stesso tempo non vogliono correre rischi, sono costretti ad orientare l’attenzione su alti prodotti finanziari che presentano allo stesso modo un grado di rischio molto basso. Due tra questi sono di sicuro i conti di deposito remunerati ed i pronti contro termine, per i quali occorre comunque tener presente sia i vincoli, sia i livelli di tassazione. I conti di deposito remunerati, infatti, pur non essendo dei conti correnti veri e propri, presentano sul rendimento lordo offerto una tassazione del 27%, il che significa che un conto di deposito remunerato all’1% lordo annuo rende al netto lo 0,73% nei dodici mesi.

Di contro, il pronti contro termine ha la stessa tassazione dei Bot, dei Cct o dei Ctz, ovverosia il 12,5%, ragion per cui un pronti contro termine sottoscritto ad un tasso lordo dell’1% rende al netto lo 0,875%. Di conseguenza, prima di scegliere tra un conto di deposito remunerato ed un pronti contro termine, occorre avere ben chiaro quale sia il rendimento netto offerto ed agire di conseguenza; per i due prodotti, inoltre, ci sono delle differenze anche sui vincoli.

Un conto di deposito remunerato, infatti, è di norma senza vincoli, il che significa che i soldi sono sempre disponibili e quindi si possono prelevare, anche tutti, con la sicurezza che ci saranno pagati anche gli interessi maturati in quel momento. Per i pronti contro termine, invece, sebbene le scadenze non vadano oltre i dodici mesi, a fronte di un rendimento maggiore offerto occorre sottostare al vincolo, ragion per cui il capitale sarà disponibile solo alla scadenza; gli interessi, a seconda della banca con la quale si sottoscrive il pronti contro termine, possono essere pagati al risparmiatore con cadenza giornaliera, mensile, trimestrale, semestrale, annuale o addirittura in anticipo.

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