Cosa succede alla Fiat?

Della Fiat si è sempre parlato ma sembra che non sia mai abbastanza; trattandosi indubbiamente di un simbolo per l’Italia e per gli Italiani (senza contare il fatto che fa’ lavoro a migliaia di persone sul territorio) sarebbe necessario analizzare sempre le mosse dell’A.D. per capire cosa sta succedendo, ma nell’ultimo periodo sembra che l’argomento sia passato in secondo piano. Un vero peccato, visto che le novità più interessanti sono arrivate proprio negli ultimi mesi, quando la stampa si è concentrata altrove (vedi differenziale e via dicendo), ma vediamo di fare il punto della situazione; stabilimenti chiusi, decentramento della produzione, l’unione con Chrysler, ma sopratutto il rilancio in USA con il supporto di Laura Soave, già licenziata dopo il flop della mitica 500 nel Nuovo Continente. Cosa sta succedendo alla Fiat

Ubi Banca lancerà domani due obbligazioni a tasso fisso

Il Domestic Mot di Borsa Italiana sta per accogliere le due nuove obbligazioni a tasso fisso di Ubi Banca, un prodotto che andrà a beneficiare di una scadenza a tre anni (la data fissata in questo caso è il 30 giugno del 2014) e di un rendimento del 4,5 e del 5%: il primo prodotto di cui si sta parlando (il codice Isin di riferimento è IT0004777568) verrà negoziato proprio nel corso della giornata di domani, più precisamente nel già citato Mercato Telematico delle Obbligazioni, nel segmento destinato agli altri titoli di debito. Unione di Banche Italiane Scpa – Tasso Fisso 4,50% – 30 dicembre 2011-30 giugno 2014, questa la denominazione ufficiale di tale bond, prevede il corso secco come modalità specifica di sottoscrizione.

Caduta fragorosa dei futures sullo zucchero a New York

I contratti futures collegati alle performance dello zucchero hanno fatto registrare perdite importanti presso l’Intercontinental Exchange di New York: è questo il dato più evidente che è emerso dalla piazza americana, con le contrattazioni che sono scese ben al di sotto di quanto ci si attendeva, molto peggio rispetto a quanto successo al caffè arabica e al cacao, influenzati pesantemente dai raccolti del Vietnam. Cosa è successo di preciso? Anche in questo caso i raccolti esteri l’hanno fatta da padrona, in particolare quelli dei paesi in cui si riponevano le maggiori speranze, come ad esempio la Russia, l’Ucraina, l’India, la Thailandia e persino l’Unione Europea nel suo complesso.

Previsioni 2012 per il Soybean: laterale ad ampio range?

Se c’è un fattore che ha spinto molti trader a prendere in considerazione unicamente le commodities per le operazioni di breve e medio periodo è la ripetitività ciclica che caratterizza queste ultime da sempre. Al di là infatti del possibile range di interesse e della posizione assoluta del prezzo anche in relazione ai valori storici, quello che sembra essere un capo saldo del trading sui futures è la stagionalità di certe commodities come proprio il Soybean mostra sul grafico di lungo periodo.

Quello a cui stiamo assistendo fin dagli anni ’50 è lo sviluppo in laterale del prezzo seguito solo in particolarissime fasi economiche da un up-trend che sposta il range di interesse più in alto alzando anche la volatilità (ma tuttavia rispettando le escursioni in termini percentuali). Questo si vede bene nel periodo compreso tra il 1950 ed il 1973, quando il range si è spostato da 100-250 a 300-850. Ancora dopo diversi anni la stessa formazione ha spinto il prezzo del Soybean da quest’ultimo  range fino a 700-1500 che è poi quello in cui ci troviamo ora.

Come investire in Btp nel 2012

Il nuovo anno è sempre più vicino, ma le prospettive finanziarie non sono certo incoraggianti per il nostro paese: si parla, infatti, di una più che probabile recessione economica nel 2012 e di una grave stagnazione nel 2013. Gli investitori possono quindi porsi domande più che lecite, prima fra tutte quali sono i motivi per affidarsi ai titoli di stato italiani dopo tutte queste vicende negative. L’ingegneria finanziaria è pronta a mettere a disposizione dei nuovi prodotti che cercheranno di non ripetere gli errori appena commessi.

Rbs propone altri certificati presso il Sedex di Borsa Italiana

Royal Bank of Scotland torna a bussare alle porte di Borsa Italiana, più precisamente del suo comparto Sedex, con ben trentuno Mini Futures Long & Short Certificates su indici: tali strumenti, la cui negoziazione è stata avviata proprio nel corso della giornata odierna, viene incontro alle esigenze di quegli investitori che sono particolarmente amanti di strutture finanziarie simili, visto che non è la prima volta che il gruppo di Edimburgo si affida a questa opzione. Entrando maggiormente nel dettaglio, bisogna comprendere quali sono gli indici di riferimento dell’offerta in questione.

Morgan Stanley continua con i tagli al personale

La crisi del debito del 2008 fa’ sentire evidentemente il suo effetto anche nel 2011-2012 visto che Morgan Stanley sta rivedendo drasticamente le sue risorse umane.

Il 15 Dicembre scorso è stata diffusa una notizia secondo cui il colosso sarebbe intenzionato a tagliare 1600 posti a livello globale; questo fa’ seguito ad una decimazione “silenziosa” che proprio dal 2008-2009 è iniziata ed è costata il posto di lavoro a consulenti, trader e quant’altro.

Nel mirino ancora ci sono appunto consulenti e trader, ma anche dipendenti del back-office e personale dell’area dell’investment banking. Questo, secondo le voci ufficiali, sarebbe necessario visto l’andamento della crisi che ha colpito il settore e proprio nella giornata di oggi viene annunciato un altro drastico taglio al personale che interessa esclusivamente New York; quasi 600 posti dovrebbero “saltare” nelle filiali di Manhattan per motivi “economici”. 

Canara Robeco emette un nuovo Etf legato all’oro

Il 2011 può essere considerato a ragione l’anno dei fondi comuni che hanno puntato sull’oro: anche la compagnia Canara Robeco non ha voluto essere da meno e proprio di recente si è rivolta al Securities and Exchange Board of India (conosciuto anche con l’acronimo Sebi) per lanciare un nuovo Etf e un fondo per focalizzare l’attenzione sulle performance del biondo metallo. Lo strumento in questione è stato progettato per consentire di investire circa il 90-100% degli assets finanziari proprio in oro fisico, mentre l’altra alternativa è in grado di alzare addirittura l’investimento (95-100%).

Rame: l’Etn americano termina il proprio rally dopo quattro giorni

L’Exchange Traded Note (Etn) collegato all’andamento del rame come commodity ha perso un punto percentuale nel corso della giornata odierna: il ribasso in questione è stato provocato, in particolare, dalle forti preoccupazioni che vengono nutrite nei confronti della crescita economica della Cina e la crisi del debito dell’eurozona. Ci stava abituando bene in questo senso, visto che il rally del prodotto in questione durava da quattro giorni esatti, ma ora si è interrotto in maniera brusca.

Dow Jones chiude positivo il 2011

Arrivati a fine anno gli investitori sono costretti a tirare i bilanci (approfittando anche delle Vacanze e del tempo libero) tanto più in un periodo come questo particolarmente difficile; le aspettative per il 2012 sono contrastanti ma non troppo positive in ogni caso e si fa’ spazio l’ipotesi che la recessione potrebbe non essere ancora iniziata.

Il top assoluto del 2007 a quota 14198.1 punti di Dow Jones resta un miraggio per il momento visto che l’incertezza del 2011 ha disegnato sul grafico annuale una candela dalla lower-shadow particolarmente pronunciata come a ricordare che ci troviamo in una fase debole di lungo periodo. Il bello del mercato è però che lascia sempre aperte tutte le possibilità e la situazione può variare in diversi modi anche positivi. Il recupero di 12300 proprio in close annuale è tutto sommato un segnale positivo come di “calma dopo la tempesta”.

Il Qatar è pronto a quotare i propri strumenti governativi

Il Qatar ha completato tutte le procedure relative alla quotazione degli strumenti debitori governativi, in modo che possano essere scambiato presso il proprio listino titoli: l’obiettivo di questa operazione è sostanzialmente quello di stimolare gli investimenti in questi specifici prodotti, in particolare da parte delle banche commerciali e delle altre istituzioni, come comunicato dall’istituto di credito centrale del paese asiatico. Gli scambi a breve termine dei titoli del Tesoro qatariota cominceranno a essere effettivi fra tre giorni esatti, con la possibilità di alternare la diversificazione con alcuni bond islamici, così da avviare delle operazioni piuttosto ampie.

L’Egitto programma per inizio gennaio l’asta dei propri bond

L’Egitto tenta di mettersi alle spalle un 2011 davvero difficile dal punto di vista sociale e politico e la finanza può rappresentare un pretesto per il rilancio del paese africano: in effetti, il ministero dell’Economia locale è più che pronto a offrire ben cinque miliardi di sterline egiziane in titoli obbligazionari a tre e cinque anni, con l’asta di riferimento che è già stata programmata per il prossimo 2 gennaio, come emerge chiaramente dall’ultimo comunicato della banca centrale. Che cosa bisogna attendersi da questo punto di vista? Anzitutto, c’è da precisare che i rendimenti sul debito del governo del Cairo sono aumentati nel corso di quest’ultimo mese a livelli molto alti, come non veniva registrato ormai da anni; non ci si potrebbe attendere nulla di diverso, però, dato che la nazione deve far fronte alla pericolosa crescita del proprio deficit di bilancio.

Diversificare il portafoglio con i titoli dei Carbs

Cosa fare quando i titoli di stato italiani non convincono? Come si è avuto modo di appurare, lo spread tra i nostri bond e i corrispettivi tedeschi non accenna a ridimensionarsi, dunque chi teme i rischi collegati a questa situazione può sempre affidarsi a delle alternative molto valide: una di queste è senza dubbio quella che viene suggerita da Ricercaefinanza.it. Si tratta, nello specifico, del gruppo dei Carbs, un’altra sigla che si affianca idealmente a quella dei Brics. L’acronimo sta a indicare cinque paesi, vale a dire il Canada, l’Australia, la Russia, il Brasile e il Sudafrica; come è noto, gli ultimi tre fanno capo anche ai Brics, ma in questo caso si punta a diversificare il più possibile il portafoglio. Quali prospettive possono garantire i paesi appena menzionati?

Il crescente interesse per i sukuk ecosostenibili

I sukuk “verdi” stanno coinvolgendo sempre più questa specifica industria finanziaria, ma bisogna amalgamare nella maniera più corretta possibile due standard: si tratta, infatti, delle credenziali ambientali e del rispetto della legge della Shariah, elementi che secondo alcuni analisti non possono essere fatti coincidere. Ma i piani di molte compagnie sono diversi e si sta pensando al 2012 come l’anno in cui sarà creata una finanza islamica ecosostenibile, con degli strumenti in grado di raccogliere il denaro necessario per contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici (più di dieci trilioni di dollari nei prossimi due decenni, almeno secondo quanto stimato dall’International Energy Agency).