Obbligazioni: Deutsche Bank sfida il dominio di JP Morgan

Deutsche Bank, nome di punta del credito della Germania, dell’Europa e del mondo, è riuscita a salire fino al secondo posto nell’ambito delle sottoscrizioni di obbligazioni nel 2010: la sfida è ormai apertissima nei confronti di JP Morgan Chase, il cui “regno” dura incontrastato da tre anni. Come è noto, si tratta di uno dei maggiori gestori di prestiti a livello internazionale (ben 176 miliardi di dollari, il 5,5% complessivo), un risultato che deve comunque essere confrontato con il 6,7% e i 212 miliardi di dollari dell’azienda americana. Gli istituti di credito sono stati capaci di concorrere per migliori porzioni di sottoscrizioni di bond anche e soprattutto a causa del declino delle quotazioni relative al debito finanziario.


Inoltre, lo stesso gruppo di Francoforte ha beneficiato più di altri dei circa 1,6 miliardi di dollari a disposizione in tal senso nel 2010, ma soprattutto a sopravanzato la posizione di Citigroup, tra i migliori attori protagonisti nel periodo compreso tra il 2000 e il 2007 e ora oberata da debiti e pesanti perdite provocate dalla crisi del credito. Tra l’altro, la banca teutonica ha agevolato in notevole misura la sottoscrizione del titolo messo in vendita da Kraft mediante un’operazione da 9,5 miliardi a febbraio, ma non bisogna dimenticare nemmeno la gestione del debutto sul continente europeo da parte di America Movil Sab (offerta obbligazionaria da 2,5 miliardi a giugno).

Le emissioni globali di corporate bond sono calate di diciotto punti percentuali nel giro degli ultimi 365 giorni, mentre le quote medie di sottoscrizione in relazione alla piazza statunitense vanno dallo 0,43 fino allo 0,51% (una tipica percentuale di rendimento è invece superiore anche ai due punti base). Citigroup, invece, ha sottoscritto il 4,6% delle cessioni obbligazionarie dell’anno appena terminato, un risultato che rappresenta l’ammontare più basso in almeno dodici anni di storia finanziaria e ben lontano dai picchi di appena nove anni fa (oltre dodici punti percentuali nel 2001 e nel 2002).

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