Il 2010 è stato l’anno delle commodities: battuti azioni e bond

I prezzi delle più importanti commodities a livello internazionale hanno notevolmente battuto i guadagni realizzati dai titoli azionari, dai bond e dal dollaro nel corso dell’anno: il principale motivo per questa “supremazia” è legato al fatto che la Cina, maggior paese per quel che concerne l’utilizzo di cotone e soia in primis, ha trainato il recupero dalla recessione globale. L’indice Thomson Reuters/Jefferies, il quale normalmente misura le 19 materie prime più scambiate al mondo, ha guadagnato il 17%, mentre l’Msci All Country World Index ha fatto registrare un rialzo di tredici punti percentuali grazie ai propri dividendi che sono stati reinvestiti. Le obbligazioni globali, invece, hanno garantito una percentuale pari al 4,7% lo scorso 30 dicembre, secondo quanto stimato da Bank of America Merrill Lynch e, in particolare, dal suo indice di mercato Global Broad.


L’ultima rilevazione di notevole interesse è quella dello US Dollar Index, il quale ha aggiunto 1,5 punti percentuali ai propri ricavi. La focalizzazione dei portafogli finanziari sulle materie prime è stata una strategia ben precisa da parte degli investitori, con dei livelli da record per quel che riguarda lo zucchero e le importazioni di rame; allo stesso tempo, bisogna anche sottolineare come alcune commodities siano state sfavorite dalla siccità che si è verificata in Russia, evento climatico che si è fatto enormemente sentire in paesi come il Kazakhstan e molte altre ex repubbliche sovietiche.

Nic Johnson, manager di circa 24 miliardi di dollari presso la Pacific Investment Management Co. (Pimco) di Newport Beach, ha espresso tutta la propria soddisfazione per tali risultati, parlando di un 2010 dinamico e forte, contraddistinto dall’ottima crescita della Cina. Entrando infine nel dettaglio, c’è da dire che il cotone ha guidato i guadagni in questione, con un incremento del 92%, seguito a ruota dall’argento (+84%), il quale ha attratto numerosi risparmiatori, mentre il grano (aumento di 52 punti percentuali) e il caffè sono stati capaci di battere livelli che non venivano superati da anni.

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