I junk bond approdano in Cina

Nel corso della decade degli anni Settanta, il Dow Jones Industrial Average riuscì a raggiungere quota ottocento punti, con poche offerte azionarie e molte compagnie indebitate che non avevano la possibilità di emettere titoli obbligazionari: questo voleva dire che le piccole e medie imprese avevano rare opportunità di accedere al capitale per finanziare la crescita dei loro business. Il successivo sviluppo dei cosiddetti junk bond (i “bond spazzatura”, per intenderci quelli maggiormente a rischio default) ha finito per trasformare questo stesso accesso a cui si è appena fatto riferimento, tanto che i bassi rating delle compagnie non impediscono le emissioni obbligazionarie.

La situazione della Cina è piuttosto diversa, visto che le piccole e medie imprese locali non si sono formate come avvenuto in territorio americano. Ciò nonostante, a partire dallo scorso mese di giugno, anche nell’ex Impero Celeste lo Shanghai Stock Exchange ha cominciato a quotare i junk bond, una vera e propria svolta finanziaria per la seconda economia mondiale. In particolare, si è cominciato con sette società cinesi che hanno lanciato bond ad alto rendimento attraverso dei collocamenti destinati a investitori qualificati. Gli strumenti in questione possono essere acquistati e venduti, sempre nel rispetto di determinate condizioni che sono fissate dalla piattaforma locale. Una di queste compagnie è la Nine-Star Technology, attiva nella produzione e vendita di software finanziario, la cui crescita annua è pari a trenta punti percentuali, non certo bruscolini.

Le alternative che hanno le pmi cinesi sono sostanzialmente due: la prima prevede l’emissione di titoli azionari, la seconda di affidarsi agli istituti di credito, i quali a loro volta richiedono un collaterale fisico ben preciso. D’altronde, il mercato dei bond della vasta nazione asiatica è molto meno sviluppato di quanto si pensi, tanto che ben l’80% dei prodotti in questione fa riferimento al credito americano, mentre il bilancio cinese ammonta a poco più di ventidue trilioni di yuan.

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