Primo minibond per pmi

Manca poco al lancio del primo “minibond” per le piccole e medie imprese: una novità resa possibile dall’ultimo decreto Sviluppo, e in grado di conferire una nuova opportunità di reperimento di capitale di debito a parte delle piccole imprese italiane, non quotate in Borsa. Protagonista la Banca di credito cooperativo di Cherasco e la società piemontese Caar, con consulenza dell’advisor Adb.

Il decreto Sviluppo consentiva infatti alle società non quotate in borsa di emettere i c.d. “minibond”, strumenti obbligazionari proporzionati al business della pmi, da destinare agli investitori qualificati nazionali e internazionali. Un esperimento di sicuro interesse, che potrà presto essere replicato anche da parte di altri operatori del settore, e non solo.

Soddisfatto il d.g. dell’istituto di credito protagonsita di questa assoluta novità, Giovanni Bottero, che sottolinea come “una banca del territorio come la nostra non può mai dimenticare l’importanza che rivestono le pmi per il tessuto economico nazionale e locale. Solo focalizzandoci con sostegni adeguati alle piccole realtà territoriali si torna a scoprire il vero motore economico dell’Italia”.

“L’emissione servirà a finanziare un importante piano di sviluppo” – sottolinea invece Paolo Mombelli, presidente di Caar, con Francesco Ellena, amministratore delegato della società di engineering, che opera nei settori automotive, aerospace e ferroviario (vedi anche i bond territoriali Banca Sella per le pmi).

Per quanto concerne il timing e le condizioni dell’operazione, è noto che la transazione sarà ultimata entro il prossimo mese di giugno, e che gli strumenti negoziati saranno rappresentati da obbligazioni pari a cinque anni, per un controvalore di 3 milioni di euro, ad un tasso particolarmente allettante per gli investitori istituzionali nazionali ed esteri: il 6,50 per cento.

Le obbligazioni potranno inoltre essere negoziate sul mercato secondario attraverso una nuova sezione che Borsa Italiana sta approntando per ospitare i neonati titoli (la Extra Mot Pro).

Al primo minibond, potrebbero seguirne altri nel corso dei prossimi trimestri, anche se il vaglio sembra essere piuttosto riservato.

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