Le Pmi preferiscono i bond ai prestiti

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Le imprese italiane preferiscono erogare obbligazioni piuttosto che concedere prestiti bancari. Dall’imperversare della crisi alla riduzione estrema dei tassi di interesse, molte cose sono cambiate: per le imprese italiane, sta risultando più facile accedere al mercato diffuso dei capitali piuttosto che ai prestiti bancari.

Occorre analizzare la situazione nei dettagli per comprendere i perché che si celano dietro questa inversione di tendenza così radicale che ha coinvolto le Pmi durante gli ultimi anni.

Tra il 2010 e il 2014, infatti, i debiti finanziari dei 50 maggiori gruppi industriali e finanziari italiani sono aumentati di 32,5 miliardi di euro. Il dato va analizzato alla luce delle sue componenti: infatti mentre nel periodo di riferimento i debiti bancari sono calati di 12 miliardi, i debiti obbligazionari sono aumentati di 44,5 miliardi. E’ quanto si evince dall’Annuario R&S-Ricerche e Studi di Mediobanca. Secondo la ricerca la liquidità è aumentata di 34 miliardi, di cui 20 nelle imprese pubbliche e 14 in quelle private, per un totale di 85,4 miliardi che corrispondono a circa un terzo del debito finanziario delle società osservate.

Fra le Piccole e Medie imprese il fenomeno è più evidente con il ricorso sempre più frequente ai minibond che hanno ormai superato quota 5 miliardi e 150 emissioni da quando sono entrati in vigore. Ogni settimana, infatti, vengono quotate almeno emissioni inferiori ai 50 milioni che sono spesso acquistate da fondi specializzati o manager e soci dell’emittente. Per l’Italia si tratta di una vera e propria rivoluzione copernicana, visto che il sistema produttivo è sempre stato strettamente legato ai finanziamenti bancari. Al contrario dei paesi anglosassoni, dove il ricorso delle imprese al mercato è già consolidato da anni.

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