Investire nel retail corporate di Cina e India – 2013

cinaSe state cercando qualche buon titolo da acquistare, e volete poter cavalcare la grande onda orientale, forse val la pena lanciare lo sguardo al mondo del retail di Cina e India e, in particolar modo, alla grande distribuzione organizzata e ai titoli delle società operative nel consumo al dettaglio, sui beni voluttuari. Ad esser convinto della validità degli investimenti asiatici è la HSBC global am.

Stando a quanto affermato da Christopher Adams, senior product specialist della società, intervistato da CorrierEconomia, “l’Asia rappresenta una buona opportunità grazie alla spinta dalla nuova leadership cinese, nominata in via ufficiosa lo scorso novembre ma ufficialmente operativa con l’assemblea nazionale del Popolo questo mese”.

Nel Paese asiatico (il cui trend potrebbe sostanzialmente contagiare quello della vicina India), il Pil tornerà a crescere tra l’8,1 per cento e l’8,5 per cento, e vi saranno imponenti investimenti nelle infrastrutture. E, ciò che è più importante, vi sarà l’attesa ripresa del mercato immobiliare e dei consumi.

Di fatti, prosegue Adams, “le aspettative di crescita degli utili societari stanno tornando a asalire e le quotazioni attuali dei titoli hanno un ampio margine potenziale di crescita” (vedi anche il nostro recente speciale sugli investimenti in corporate bond di Paesi emergenti).

Di qui, il gestore consiglia di investire in quelle società che oggi appaiono più sottovalutate, ma hanno ottimi profitti. “I titoli dei settori ciclici sono più interessanti, per esempio i beni di consumi voluttuari, uno dei comparti che avevano sofferto negli ultimi due anni e nel quale i fondi hanno investito relativamente poco, il che offre quindi uno spazio per la crescita dei flussi di acquisto. I titoli difensivi, come quelli dei beni di prima necessità, e il comparto della cura delal salute sono invece troppo costosi”.

Su base territoriale, conclude Adams, “le opportunità più interessanti sembrano essere in Cina, Corea e India”. Non mancano tuttavia i rischi, considerando che l’azionario asiatico rimane molto sensibile a qualsiasi allarme esterno di natura macroeconomica, proveniente da vecchi o nuovi Continenti.

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