Investire nei curry bond per puntare sull’India

Si chiamano curry bond e sono una delle scommesse che molti money manager e investitori professionisti intendono porre in essere per i prossimi mesi. Si tratta di investire sulle obbligazioni indiane, con rendimenti che sfiorano l’8% anche sulle scadenze più brevi e su una moneta – la rupia indiana – che è tra le più sottovalutate al mondo in termini di parità dei poteri d’acquisto. Non è semplice, però, per il piccolo investitore retail accedere a questo particolare segmento di mercato in diversificazione degli investimenti nei paesi emergenti.

Tra le case di investimento più attive sotto questo profilo troviamo il colosso finanziario britannico Hsbc. In Italia sta per essere lanciato un fondo Ucits specializzato in emissioni in valuta indiana, ma sarà anche possibile scegliere un’esposizione indiretta attraverso obbligazioni denominate in dollari americani e coperte in rupie. Geoff Lunt, product specialist del fondo Asian Fixed Income per Hsbc Gam, sottolinea però anche i rischi dell’investimento nel debito indiano.

L’India ha seri problemi di aggiustamento dei conti pubblici e si appresta a chiudere il 2012 con un deficit di bilancio al 9,5%. Il saldo primario è negativo per il 5,2% e il debito pubblico è al 67% del pil, ovvero tre volte più grande di quello cinese e sei volte maggiore di quello russo. Il gestore di Hsbc Gam ritiene che l’India ha potenzialità di crescita straordinaria e una valuta molto sottovalutata sui mercati internazionali. Il paese, però, ha anche gravi carenze strutturali: mancanza di infrastrutture, corruzione, trasporti inefficienti, tasso di povertà al 30% (anche se in calo).

Il gestore fa notare come il premio per il rischio sia però ben remunerato, con una curva dei rendimenti praticamente piatta con yield compresi tra il 7,9% e l’8,5% su tutte le principali scadenze. Il debito pubblico è in buona parte nelle mani degli indiani stessi, mentre la rupia resta molto volatile e un fattore di rischio. A causa del galoppare dell’inflazione, la Reserve Bank of India non riesce a dare una svolta alla politica monetaria con l’obiettivo di renderla più aggressiva tagliando i tassi per rilanciare l’economia locale. Per i prossimi 24 mesi, c’è il rischio di un downgrade del rating sovrano a “junk” da parte di Standard & Poor’s (una possibilità su tre).

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