Settore luxory in borsa ripaga gli investitori

Il settore del lusso non sembra conoscere crisi, nemmeno in una fase dove le incertezze si accavallano di continuo tra crisi dell’euro, crisi dei debiti sovrani, recessione economica e scandali finanziari. I motivi risiedono nella crescita, redditività e solidità delle principali aziende del luxory, che possono beneficiare anche del crescente numero di milionari nel mondo, soprattutto nei paesi del Far East asiatico e del Medio Oriente. La scelta di investire nel comparto del lusso sta ripagando gli investitori. L’indice Swiss & Global Luxory ha battuto nettamente sia l’Msci World Consumer Discretionary sia il più generico Msci World.

Qualche operatore, però, inizia a nutrire dei dubbi sulla reale capacità del settore di continuare a sovraperfomare gli altri mercati ma i gestori che operano nel settore da anni sono convinti che il trend di crescita possa proseguire ancora. Secondo Scilla Huang Sun, money manager del Jb Luxory Brands Fund di Swiss&Global, “quello del lusso è un settore in espansione, il cui driver principale è la crescita della ricchezza, soprattutto nei mercati emergenti”.

Secondo il gestore, i consumatori di Asia (escluso il Giappone), Medio Oriente, Europa dell’Est e Sud America “acquistano già la metà di tutti i beni di lusso e rappresentano la parte maggiore della crescita”. I potenziali consumatori del lusso potrebbero raddoppiare entro il 2020. In particolare potrebbero crescere del 503% in Russia, del 262% in Cina e del 181% in India. Inoltre, bisogna considerare che i nuovi milionari sono mediamente molto giovani. Ad esempio, in Cina è di 39 anni.

Nonostante il rallentamento in corso nelle economie emergenti, in particolare Cina, Brasile e India, il settore del luxory continua a macinare utili. I top brand come Burberry’s, Hermès, Louis Vuitton, Gucci e Ferragamo mostrano una grande solidità finanziaria: elevati margini, debiti inesistenti e importanti ritorni sul capitale. In Italia, da inizio anno il titolo Tod’s ha guadagnato il 28% alla borsa di Milano mentre Salvatore Ferragamo il 63%.

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