Intel: primo bond non convertibile dopo ventiquattro anni

Intel Corporation, leader mondiale per quel che concerne i software informatici, non percorreva da tempo la strada dei titoli obbligazionari “puri”: per la precisione, l’ultima volta che la compagnia americana si era avventurata in una simile offerta si era verificata nel 1987. A ben ventiquattro anni di distanza, però, la musica cambia e ne è una chiara conferma la cessione di ben cinque miliardi di dollari in bond non convertibili. Come si spiega una simile decisione dopo così tanto tempo? L’intento del programma finanziario è quello di finanziare i riacquisti di azioni, con il colosso di Santa Clara che deve far fronte a un debito che va sempre tenuto sotto controllo, specialmente in un periodo economico molto delicato come quello attuale.

Non si tratta però dell’unico esempio in tal senso: ad esempio, proprio nel corso di questa settimana si è assistito alla cessione da parte di Pnc Financial Services Group, azienda che sta tentando di acquisire l’unità bancaria della Royal Bank of Canada, una operazione che prevede l’esborso di ben 12,2 miliardi di dollari di debito. La proposta di Intel è presto detta: l’ammontare di una tranche è pari a 1,5 miliardi di dollari, mentre il rendimento è stato inizialmente fissato all’1,95%; la scadenza, inoltre, è prevista fra cinque anni (quindi nel 2016), con un rendimento che è 110 punti base al di sopra del medesimo ritorno offerto dal Tesoro americano.

Gli investitori devono anche tenere a mente qual è il giudizio espresso dalle principali agenzie di rating nei riguardi della società e in questo caso sono piuttosto lusinghieri, dato che Moody’s si è sbilanciata con un A1, mentre Standard & Poor’s con un A+. Appare chiaro che la multinazionale californiana punti con decisione a degli obiettivi corporate, pertanto il denaro che verrà raggranellato tramite questa cessione sarà una vera e propria manna dal cielo, così da avere finalmente un debito assestato su dei livelli accettabili.

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