Gedi in difficoltà, ancora prepensionamenti a Repubblica?

Il 2020 ha portato diversi settori a subire ancor di più le proprie crisi e quello dell’editoria purtroppo non ha rappresentato l’eccezione: Gedi, che controlla diverse testate tra cui Repubblica, potrebbe trovarsi ben presto a dover dare vita ad altri prepensionamenti in quest’ultima per rientrare nei conti.

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Editoria e Gedi in palese difficoltà

La situazione di Gedi, prima in mano a De Benedetti e ora in mano alla famiglia Agnelli essendo controllata per l’89% da Exor, la holding di Elkann, non è rosea da diverso tempo: nonostante sia editore di testate importanti e longeve, la crisi del settore ha colpito anche i suoi conti. Per sistemarli  l’azienda ha sottoscritto un prestito garantito dallo Stato per 70 milioni di euro, della durata di 4 anni e coperto per il 90% tramite Sace. Questo ha significato per il gruppo avere ottenuto della liquidità a basso costo e richiesta, come sottolineato da Il Fatto Quotidiano, per coprire un passato finanzamento non più sostenibile per ciò che concerne le spese.

Il prestito garantito dallo stato, sempre secondo il Fatto, potrebbe avere un effetto dirompente e non in positivo, sul piano di ristrutturazione che la casa editrice avrebbe intenzione di affrontare. Si è ben coscienti infatti delle intenzioni dell’ad Maurizio Scanavino di ridurre le spese all’osso e tale traguardo passa anche per il prepensionamento di almeno 50 penne del quotidiano.  Un taglio ovviamente ostacolato dalle firme sindacali al quale il dirigente vorrebbe rispondere, in caso di impossibilità a trovare un accordo, con una cassa integrazione a rotazione su tutto il personale.

Serve accordo sindacale per eseguire i tagli

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Facile a dirsi per il manager ma non altrettanto facile a farsi. Quuesto perché per agire in questo modo, legge e il decreto Liquidità che ha reso possibile al gruppo di ottenere il prestito con garanzia statale, deve per forza esserci un accordo sindacale tra le parti, a meno che non si desideri perdere i benefici ottenuti e quindi la liquidità ricevuta. Sarà quindi interessante vedere come verrà affrontata la questione e cosa accadrà ai lavoratori di Repubblica in base a questi fattori.

La situazione di Repubblica è comunque drammatica da qualsiasi punto di vista la si veda se si analizzano i conti di Gedi: il bilancio del 2020 vede il fatturato crollato a livello consolidato da 603 milioni a 533 milioni, con i vari costi che però hanno bruciato tutti i ricavi. Il margine operativo lordo è sceso a 2 milioni su 533 milioni di ricavi e nel complesso le varie criticità hanno portato la perdita netta a 166 milioni, di gran lunga più alta dei 129 milioni del 2019.

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