Salvataggi Grecia e Spagna

Spagna e (soprattutto) Grecia sono a un passo, o quasi, dal richiedere nuovi interventi di salvataggio. Le due nazioni ci tengono, tuttavia, a distinguere i propri comportamenti, con il governo iberico che cerca di smentire le indiscrezioni seconod cui la richiesta di salvataggio sarebbe praticamente imminente. A dare una mano al governo Rajoy sono anche le istituzioni comunitarie, che per raffreddare i bollenti spiriti che si aggirano intorno a Madrid, hanno precisato come “se mai dovesse arrivare”, la richiesta di salvataggio non avverrà nel breve termine.

Ad ogni modo l’Eurogruppo, precisava un comunicato Ansa poche ore fa, “esaminera’ lunedi’ le riforme e la situazione del deficit, di cui il raggiungimento degli obiettivi e’ ”difficile ma non impossibile”. Le fonti Ue hanno sottolineato come l’ultima asta di titoli pubblici spagnoli sia andata ”molto bene” e che le condizioni di mercato attuali sono ”molto diverse” da quelle di sei mesi fa. Per le stesse fonti, Madrid non e’ certo nelle condizioni di dover chiedere un ‘salvataggio completo’”.

Discorso radicalmente diverso per la Grecia, per cui la bancarotta sarebbe davvero prossima lla realtà. Se infatti la nuova tranche di aiuti non verrà erogata (in sintesi, se la troika esprimerà giudizio negativo sugli sforzi finora effettuati da Atene), il Paese non avrà ossigeno per sopravvivere oltre il mese di novembre. Dopo di chè vi sarebbe il default, come confermato dallo stesso premier Samaras, che sul quotidiano Handelsblatt ha lanciato l’allarme definitivo: senza liquidità, le casse del Paese sarebbero vuote prima della fine dell’anno”.

“Siamo al limite di ciò che possiamo aspettarci dalla nostra gente” – ha affermato Samaras, per poi paragonare come l’attuale situazione della Grecia sia molto simile alla Repubblica di Weimar, con disoccupazione crescente in grado di mettere a durissima prova la tenuta della società. Vedremo, nel corso delle prossime settimane, in che modo si evolverà il contesto delle due nazioni, in grado di pregiudicare, probabilmente, anche il destino degli altri Paesi.

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