Futures: cala la speculazione, buoni ricavi per lo zucchero

I guadagni conseguiti dallo zucchero a New York sono il risultato principale della minore speculazione che sta regnando nella piazza americana; la robusta domanda che ha accompagnato la commodity ha influito notevolmente in questo senso, mentre cacao e caffè non sono riusciti a ripetere la stessa performance. Entrando maggiormente nel dettaglio statistico, c’è da dire che il dolce alimento ha perso ben 9,3 punti percentuali nel corso della giornata di ieri, dopo che le vendite automatiche programmate dal computer avevano accentuato ancora di più il declino. I prezzi, comunque, sono più che raddoppiati dalla fine del mese di maggio e ciò lo si deve soprattutto ai cattivi raccolti e alle avverse condizioni climatiche.


Secondo Fain Shaffer, presidente di Infinity Trading Corporation, la domanda rimane molto forte, mentre lo stesso non può dirsi della produzione e delle scorte, davvero troppo basse: l’attenzione maggiore deve essere rivolta al ciclone Yasi che attualmente sta sconvolgendo l’Australia. I contratti futures relativi alla spedizione di zucchero grezzo a marzo sono saliti dell’1,9%, attestandosi in questo modo a quota 32,64 centesimi di dollari presso l’Ice Futures di New York. A questo punto, però, le piantagioni australiane potrebbero arrivare a perdere fino alla metà della loro produzione potenziale; la nazione oceaniana rappresenta il terzo maggior esportatore di zucchero al mondo e gli eventi sopracitati non possono che allarmare.

I rialzi sono stati di casa anche a Londra, visto che il London International Financial Futures and Options Exchange è stato caratterizzato dal +2,4% dei futures collegati alle performance dello zucchero raffinato, a fronte di un consistente calo da parte del prezzo della commodity nel corso di questa settimana. Per quel che riguarda, poi, cacao e caffè, c’è da dire che i contratti sono calati rispettivamente del 2,9% e del 2,4% (anche se, a dire la verità, le perdite della qualità arabica sono state meno consistenti, circa 0,8 punti percentuali).

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