Futures: settimana contrastante per i semi di soia

Gli ultimi sette giorni di contrattazioni dei futures sono stati caratterizzati da performance a dir poco altalenanti: i due esempi più eclatanti in questo senso sono rappresentati dal grano, il quale è riuscito a incrementare i propri ricavi come non accadeva da almeno nove mesi, grazie soprattutto alle esportazioni americane, mentre i semi di soia sono inesorabilmente calati nonostante la crescente produzione fatta registrare dal Sud America. Entrando maggiormente nel dettaglio statistico, c’è da sottolineare come le scorte di grano siano scese di quindici punti percentuali, così come annunciato anche dallo Us Department of Agricolture: l’export è più che raddoppiato e in questo modo i contratti futures hanno potuto beneficiare del secondo giorno consecutivo di rialzi presso il Chicago Board of Trade.

Le spedizioni di maggio, infatti, hanno recuperato 42,75 centesimi di dollaro (+6,2%), attestandosi a quota 7,36 dollari per ogni bushel, configurando il maggior guadagno dallo scorso 30 giugno. Lo stesso discorso, come è già stato accennato in precedenza, non può essere fatto per i semi di soia. Per quel che riguarda questa commodity agricola, infatti, si è assistito a una brusca frenata da parte dei contratti relativi alle spedizioni di maggio (16,5 centesimi in meno, vale a dire un ribasso di 1,2 punti percentuali). Comunque, vi sono stati anche prodotti piuttosto vivaci e attivi, come quello che è aumentato del 2,6% nel corso della settimana grazie, in particolare, alla domanda cinese per le scorte statunitensi.

Tra l’altro, bisogna considerare che i prezzi sono scesi anche per la speculazione sui minori margini relativi all’olio da cucina, il quale può essere ricavato proprio da questi semi (un alimento molto diffuso nelle cucine dell’ex Impero Celeste). Raccolti importanti sono stati, infine, quelli del Brasile, il quale vanta una tra le migliori coltivazioni al mondo e che ha contributo a un volume di affari molto vicino ai 39 miliardi di dollari.