Grano e semi di soia in calo a causa delle speculazioni americane

Crescono le speculazioni sui possibili tagli da parte dell’economia americana in relazione alla domanda di cibo e biocarburanti. Queste “scommesse” per gli investitori hanno influenzato in maniera piuttosto negativa le quotazioni dei principali contratti futures agricoli: in effetti, il grano e i semi di soia sono entrambi calati vistosamente, soprattutto il primo, protagonista del livello più basso delle ultime quattro settimane. Tra l’altro, bisogna sottolineare che la produzione industriale a stelle e strisce sta crescendo molto meno rispetto a quanto previsto dagli analisti, così come è successo a maggio.


Inoltre, non aumenta nemmeno la fiducia dei costruttori immobiliari, scesa a giugno come non accadeva da almeno nove mesi: giusto una settimana fa, poi, l’output relativo all’etanolo, composto in larga misura proprio dal grano, ha mostrato una flessione consistente, pari a 3,8 punti percentuali. Come si devono comportare quegli investitori che hanno puntato su questi mercati? Anzitutto, bisogna sottolineare che i contratti futures collegati alle spedizioni di dicembre di grano hanno ceduto quindici centesimi di dollaro (-2,2%), attestandosi così a quota 6,70 dollari per ogni singolo bushel (27.216 chilogrammi di grano); ovviamente, le statistiche in questione si riferiscono al Chicago Board of Trade, il quale aveva anche registrato una performance peggiore, vale a dire i 6,67 dollari di qualche ora prima. Lo stesso discorso vale ovviamente per gli altri contratti, ovvero quelli che seguono da vicino l’andamento dei semi di soia.

I futures in questione, più precisamente quelli collegati alle spedizioni del prossimo mese di novembre, sono calati di tre centesimi (-0,2%) con una quotazione finale che si aggira attorno ai 13,60 dollari il bushel, il quinto declino consecutivo per lo strumento finanziario. A complicare la situazione, come se non bastasse la cattiva fama di cui godono i germogli di soia a causa del batterio killer, ci ha pensato l’annuncio dello US Department of Agriculture in merito alle scorte e alle esportazioni.

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