Etn: anche la Borsa di Tel Aviv è pronta al debutto

Anche la Borsa israeliana decide di lanciarsi nell’avventura degli Exchange Traded Notes: i primi Etn, strumenti debito di tipo senior, senza garanzie e non subordinati, saranno quotati presso il Tel Aviv Stock Exchange nel corso del prossimo mese, in modo che gli investitori possano essere in grado di speculare sui principali gruppi industriali del paese. L’annuncio ufficiale è giunto direttamente da Ester Levanon, amministratore delegato della stessa piazza mediorientale. Come verranno strutturati esattamente questi prodotti? I settori coinvolti saranno tra i più diversi e tra di essi si possono ricordare l’energia, le telecomunicazioni, la tecnologia e il comparto biomedico, una circostanza confermata dallo stesso Levanon. Si tratta soltanto della prima emissione in assoluto di questo tipo, dunque si può pensare che ve ne saranno delle altre in futuro: il mercato in questione è fortemente intenzionato ad attrarre nuovi sottoscrittori e strumenti, così da ottenere il massimo profitto possibile anche dai soggetti di nazionalità straniera.


D’altronde, questo salto di qualità non deve stupire più di tanto, è ormai un anno esatto che Israele ha visto migliorare il livello della sua economia, la quale è passata dallo status di “emergente” a “sviluppata” secondo le rilevazioni di Msci Inc. Proprio nel 2010, gli investitori esteri hanno provveduto a vendere titoli azionari per 810 milioni di dollari, una cifra leggermente in ribasso rispetto a quanto conseguito un anno prima. Il fatto che si tratti ora di un mercato sviluppato dipende da determinati settori economici, quindi chi si affaccia per la prima volta sul versante degli investimenti di Israele può contare su una gamma maggiormente diversificata di offerte.

A questo punto, bisognerà comprendere meglio quali indici e quali performance dovranno essere monitorate con attenzione, visto che a differenza degli Etf, gli Etn non detengono alcun tipo di asset finanziario: intanto, l’indice TA-25 ha già ceduto 9,3 punti percentuali nel corso degli ultimi sei mesi, una tendenza che può sicuramente essere invertita.

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