EGShares: debutto ufficiale per undici Etf

Emerging Global Shares è divenuta famosa negli Stati Uniti, ma non solo, per i propri Exchange Traded Fund, strumenti finanziari spesso focalizzati sui consumi e sulle infrastrutture delle nazioni in via di sviluppo: la gamma in questione si arricchisce ora di alcune novità interessanti. La compagnia newyorkese ha fatto debuttare pochi giorni fa i suoi fondi Gems (l’acronimo identifica i Global Emerging Markets Sectors), una linea finanziaria che consente ai soggetti interessati di acquistare gli assets di alcune compagnie internazionali, in particolare quelle che sono localizzate nei mercati emergenti, come si evince chiaramente dalla denominazione degli strumenti e che fanno capo a dei precisi settori. Quest’ultima emissione ha riguardato ben undici Etf, otto dei quali sono brand nuovi di zecca. Come funzioneranno esattamente questi fondi?

In pratica, si osserveranno da vicino le performance degli indici dei Dow Jones Emerging Markets Titans, benchmark americani che includono le trenta maggiori società operanti nei comparti più diversi; gli investitori devono comunque considerare che questa linea esclude di fatto due paesi asiatici, vale a dire la Corea del Sud e Taiwan e conseguentemente anche le loro holding. La focalizzazione su un numero contenuto di aziende ha certamente i suoi vantaggi, in primis quello della liquidità, a scapito però, come è intuibile, di una diversificazione non troppo accentuata.

I settori coinvolti sono undici: si tratta, nello specifico, dell’industria diversificata, dei materiali di base, dei beni di consumo, dei servizi di consumo, dell’energia, dei prodotti finanziari, della salute, degli industriali, concludendo con la tecnologia, le telecomunicazioni e i beni di pubblica utilità. L’obiettivo principale sarà quello di capitalizzare al massimo la crescita di ogni comparto: i Gems sono infatti la scelta più efficiente per accedere a una nazione o a un settore e tra gli indiscussi vantaggi si possono sicuramente citare la differenziazione politica ed economica, l’esposizione valutaria, ma anche la trasparenza e la rapida implementazione delle strategie di portafoglio.

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