L’Egitto vuole ridurre le vendite di bond governativi

Il governo egiziano sta preparando nel dettaglio la vendita di circa il 60% dei propri titoli obbligazionari nel corso del prossimo trimestre: che cosa accadrà di preciso tra i mesi di gennaio e marzo? Si tratta di una parte integrante della strategia del paese africano, intenzionato a ridurre le vendite del proprio debito a lungo termine di almeno quarantanove punti percentuali, in previsione del prestito che sarà concesso dal Fondo Monetario Internazionale. Tra l’altro, è utile ricordare come qualche mese fa l’Egitto pensasse anche all’emissione di un sukuk.

L’obiettivo del Ministero delle Finanze è quello di vendere bond per un importo pari a ventisei miliardi di sterline (circa sei miliardi di euro per la precisione), sfruttando due scadenze, quella a tre e quella a dieci anni. L’ultimo trimestre del 2012, quello che sta per terminare in questi giorni, è stato caratterizzato da vendite per sedici milioni di sterline. In aggiunta, non bisogna dimenticare che sempre lo scorso mese di settembre l’Egitto riaprì l’emissione dei bond a cinque e sette anni. Per quel che concerne, poi, i cosiddetti T-Bills del Tesoro (scadenze di un anno e anche meno), si sta parlando con insistenza di un ammontare complessivo pari a 134 miliardi di sterline.

D’altronde, la già ricordata riduzione di bond a lungo termine è risultata evidente negli ultimi tre mesi, visto che si è registrato un calo di diciassette punti base (-0,17%) nel rendimento medio. Gli istituti di credito che detengono il maggior importo di debito governativo sono senza dubbio la National Bank of Egypt, Banque Misr e la Commercial International Bank Egypt (nota anche come COMI): di conseguenza, il loro rating è stato equiparato da Standard & Poor’s a quello del paese. il deficit di bilancio egiziano è un’emergenza ancora da risolvere, tanto più che la valuta locale sta continuando a deprezzarsi e a ostacolare i miglioramenti economici.

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