Terna conferma politica dividendi

Prendendo come anno di riferimento il 2008, Terna, società quotata in Borsa a Piazza Affari ed attiva nel dispacciamento dell’energia elettrica sulla rete nazionale, ha confermato la propria politica di dividendi agli azionisti consistente nella crescita, anno su anno, pari al 4%. Questo dopo che il Consiglio di Amministrazione della società si è riunito sia per l’esame dei dati preliminari consolidati dell’esercizio 2010, sia per la presentazione del Piano Strategico 2011-2015 che, tra l’altro, prevede nuovi investimenti sulla rete di trasporto unitamente ad una nuova focalizzazione sulle attività non tradizionali. Nel dettaglio, nonostante la congiuntura ancora non favorevole, Terna S.p.A. ha chiuso il 2010 con tutti gli indicatori economici e finanziari che, con una crescita in doppia cifra, si sono attestati ai massimi dall’IPO. In particolare, anno su anno l’Ebitda di Terna S.p.A. è balzato nel 2010 del 17% a fronte di investimenti nella rete saliti del 30% a 1,2 miliardi di euro unitamente ad investimenti nelle rinnovabili, ed in particolare nel fotovoltaico.

Entrando nei numeri 2010 di Terna S.p.A., i ricavi consolidati lo scorso anno, stando ai dati preliminari esaminati dal Consiglio di Amministrazione, si sono attestati a 1,58 miliardi di euro con una crescita del 14%. L’Ebitda, a +17%, si è attestato a 1,17 miliardi di euro, mentre gli investimenti si sono attestati a 1,16 miliardi di euro rispetto agli 850 milioni del 2009; a questi poi vanno aggiunti altri 300 milioni di euro da investimenti nel progetto fotovoltaico

Dal Piano Strategico 2011-2015 di Terna S.p.A. emerge un’accelerazione degli investimenti del 15%, da 4,3 a 5 miliardi di euro con riferimento alle attività regolate tradizionali, mentre per quelle non tradizionali l’impegno di investimento di Terna S.p.A. viene triplicato arrivando a ben un miliardo di euro. Il tutto, in accordo con quanto mette in risalto Terna con un comunicato ufficiale, a fronte di una solida struttura finanziaria visto che il debito netto è inferiore al 60% del capitale investito regolamentato.

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